Nel giorno del 22° anniversario di matrimonio non c’è articolo migliore da pubblicare di uno sulle Cerimonie laiche. Vediamo il perché. Nel 2021 ho seguito un corso per divenire Celebrante Laico e, alla domanda di iscrizione, mi è stato chiesto il perché di questa scelta. La risposta non è stata difficile, avendo assistito a una marea di cerimonie religiose tutte uguali, impersonali, standardizzate e noiose. Una di queste l’ho anche subita in prima persona: il mio matrimonio in chiesa. Un grande errore. Per la scelta della chiesa, non certo per il matrimonio che è e resta la decisione migliore della mia vita, pari a quella di aver fatto un figlio.
Quindi il problema che ho percepito in questi anni di cerimonie religiose è stata la depersonalizzazione del protagonista o protagonisti della cerimonia stessa, in favore dell’importanza basilare dell’intervento divino. Chi mi conosce sa che sono atea e pure orgogliosamente sbattezzata e quindi scomunicata, ma al di là delle mie convinzioni personali, sentivo l’esigenza di poter offrire qualcosa di diverso, principalmente alla mia famiglia.
L’essere divenuto Celebrante laico però allarga i miei orizzonti, permettendomi di offrire la medesima opportunità a chiunque lo chieda. Come si diventa Celebranti Laici e cosa si fa nel concreto? Inizio col dire che il corso era organizzato da Cerimonie Uniche per la UAAR, l’unione atei e agnostici razionalisti di cui lascio il link diretto.
Cerimonie uniche si occupa di raccogliere i celebranti e di formarli, al fine di coprire il territorio con l’offerta di un nuovo modo di vedere le celebrazioni e i riti che accomunano le persone. Non solo matrimoni, ma anche funerali, presentazioni di neonati, lauree, guarigioni da malattie difficili, il commiato da animali domestici e perfino i divorzi divengono momenti di intensa emozione da condividere con le famiglie e gli amici.
Cos’è un RITO? Il rito è un complesso di norme che regolano le cerimonie di culto e hanno valore universale e stereotipato entro il medesimo culto. Si basa su formule note a tutti (preghiera, canto) e segue pedisseque regole di svolgimento.
In cosa si differenzia un rito laico? Il rito diventa una situazione ben delimitata nello spazio e nel tempo, atta a celebrare un evento attraverso una serie di gesti e di parole che personalizzano l’esperienza emozionale dei committenti e del pubblico. Gli sposi possono creare insieme al celebrante ogni istante e ogni aspetto del loro giorno speciale e i parenti di un defunto possono assistere finalmente a una commemorazione incentrata davvero sul loro caro, sui ricordi e sulla sua personalità. Analizziamo le differenze tra i riti religiosi e quelli laici con una tabella:
CARATTERISTICA | CERIMONIA RELIGIOSA | CERIMONIA LAICA |
Pubblico | Congregazione ristretta | Universalmente inclusivo |
Luogo | Consacrato | Qualsiasi |
Contenuti | Dogma | Personalizzabile/libero |
Svolgimento | Verticale/dal pulpito | Orizzontale/in comunità |
Protagonista | Prete/entità superiore | Committente/protagonista |
Argomento | Prestabilito | Interattivo |
Argomento 2 | Un solo credo | Pluralità filosofie, pensieri, spiritualità |
Argomento 3 | Ammonitivo | Rasserenante |
Accettazione sociale | Accettato | Dubitato |
Durante la prima lezione ci chiesero cosa, secondo noi, dovesse distinguere un celebrante laico affinché fosse adatto a svolgere questo compito importante, che giunge in girono speciali (per gioia o dolore) nella vita delle persone. Quello che emerse sono queste tre caratteristiche:
1) EMPATIA: rispetto, capacità di ascolto attivo, non giudicare, positività, capacità di relazione e maturità emotiva
2) PROFESSIONALITA’: proprietà di linguaggio, cultura, capacità oratoria e di organizzazione, autorevolezza, disponibilità e affidabilità.
3) CREATIVITA’: fantasia e adattabilità (avere piano di emergenza letture, alternative di rito, kit di emergenza art attack, strumenti per amplificazione e sostituzione di cose rotte).
Quali caratteristiche ha un rito laico?
La schematizzazione in quattro parti di un evento di Cerimonie uniche offre alla ritualità un ritmo più simile a quello che si avrebbe in un rituale classico e questo aiuta a superare le eventuali reticenze di qualche invitato, indicate nella tabella poco sopra, che rendono questo nuovo tipo di rito “dubbio”, non socialmente valido.
Nulla di tutto ciò è vero, poiché un rito laico, per chi non sente il bisogno dell’approvazione divina, è precisamente tutto ciò che serve per segnare un punto di svolta nelle vite dei committenti, per dare un punto di inizio, o di fine, a una parte della propria esistenza.
Le cerimonie durano tra i 15 e i 45 minuti e sono caratterizzate da una notevole interattività tra celebrante, committenti e pubblico, al quale viene spiegato ciò che i committenti già conoscono, ovvero il significato di ogni scelta e di ogni passo del rito. Vediamo le quattro fasi:
1) APERTURA: con ingressi, canzoni, saluti e l’azione del celebrante che delimita un luogo fisico e temporale: “siamo qui oggi per…”, “Siamo qui per stare accanto a…”, “Come voleva X…”.
Il ruolo delle parole del Celebrante è importante anche per spiegare cosa accadrà, sia per mettere a proprio agio le persone, sia per dare padronanza della scena al celebrante che si presenta di solito con queste formule: “Sono Y, Celebrante UAAR chiamato dalla famiglia a…”, “Oggi sentirete…. Poi accadrà…”, “guarderemo oltre il dolore…”, “siamo sereni per…”
2) STORIA – COMMEMORAZIONE: riporta i passaggi salienti della storia dei committenti o della vita del defunto. In questa fase in particolare, musiche e silenzi scandiscono i tempi del rito e, venendo concordati con i committenti, offrono un’esperienza davvero personale, toccante e sentita in ogni istante della cerimonia.
3) RITO: è il cuore della cerimonia e comprende tutti quegli atti, letture e parole che portano la componente emozionale al suo massimo livello. E’ il momento dello scambio degli anelli, dell’hand fasting, dell’elogio funebre, dell’assegnazione del nome al bambino.
4) CHIUSURA: chiude il tempo e lo spazio con l’esplosione di gioia degli eventi lieti e il momento di accettazione e serenità in quelli luttuosi.
La cosa che mi ha colpito di queste lezioni, e che mi ha aperto un mondo, è l’infinita possibilità che si offre ai committenti per realizzare il loro giorno speciale. A cominciare dai cortei di ingresso, per poi passare all’importantissima disposizione dei protagonisti rispetto al pubblico, di cui riporto un bell’esempio qui sotto. Si tratta di una disposizione in cui gli sposi, al centro, sono circondati dai parenti e amici come in un abbraccio collettivo. Il pubblico in questo caso è reso più partecipe, coinvolto, non vede le schiene dei suoi amati dal lontano, ma li guarda in volto a pochi passi e può partecipare dei loro sentimenti nei momenti più belli ed emozionanti.
Un altro punto di grande impatto nelle cerimonie laiche riguarda i riti. Chiaramente i più belli sono quelli per i matrimoni, anche se il baby naming ha idee interessanti (l’impronta dei piedini o delle manine, il piantare un albero, creare una bottiglia di sabbia con tutta la famiglia o un quadro con le mani di tutti, includendo anche altri figli). Se lo scambio degli anelli è comprensibile a livello universale, nell’esecuzione di altri rituali la spiegazione e l’intervento del Celebrante è ancora più importante per far comprendere (e quindi includere, rendere partecipe) al pubblico cosa stia succedendo. Vediamo nel dettaglio i riti possibili in un matrimonio, con la coscienza che l’unico limite in realtà sia la fantasia:
1) lettura delle promesse scritte.
2) scambio anelli. L’anello è prova evidente e quotidiana di un legame. L’anello non ha inizio o fine.
3) scambio bussole o altro (rose rosse). Qualsiasi scambio crea unione e oltre o al posto degli anelli possono essere scambiati altri oggetti che abbiano un senso per gli sposi, per esempio bussole per essere ognuno il riferimento dell’altro.
4) handfasting è la legatura delle mani attraverso nastri. I colori dei nastri possono avere significato e così ogni nodo o chi annoda. Per questo vale la pena spendere qualche parola, perché non è di immediata comprensione. Ho realizzato delle immagini per aiutare a capire come funziona una legatura:
Questa è solo una delle tante legature ed è quella che si fa con un solo nastro che, alla fine, quando le mani vengono sfilate, lascia il cosiddetto “nodo infinito” che, per i marinai è il Nodo Savoia.
5) sabbia da mettere in una bottiglia. Essendo vietato asportarla dalle spiagge, di solito gli sposi la acquistano nei negozi per acquari, ottenendo anche una bella composizione colorata.
6) scatola del tempo. Per conservare oggetti cari.
7) Ring warming. Riscalda gli anelli che passano di mano in mano tra il pubblico o anche solo tra i testimoni o la famiglia.
8) fiori. Si crea un nuovo mazzo da essiccare con il contributo degli sposi o del pubblico nello scegliere e comporre coi propri fiori preferiti.
9) fiore di loto. Viene venduto confezionato da fioristi, chiuso con un nastro, quando viene messo in acqua gli sposi sciolgono il nastro, il fiore si apre, quindi rifiorisce.
10) candele (due piccole per gli sposi, una grande da accendere in comune). Simboleggiano la luce e il fatto che in qualsiasi momento si possa riaccendere la candela grande per ritrovare la via di coppia.
11) bottiglia di vino da conservare
12) pietra del giuramento con le promesse incise su una pietra da conservare
13) piantumazione (solo se poi possono tornare lì e godersi la pianta)
14) pietre grandi e pietre piccole da mettere in una bottiglia, per sottolineare le cose importanti della vita e le cose frivole.
E così via…
Vi lascio con un toccante video di una cerimonia di divorzio perché so che vi siete chiesti cosa si facesse in un divorzio, quando la maggior parte delle volte ci si scanna in tribunale. E’ chiaro che questo rituale sia per coppie che si separano consensualmente e in armonia. Godetevelo!
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