Cos’hanno in comune Horror, Thriller, Noir, soprannaturale e mistero? Semplice: Obliquo Inferno. Oggi chiacchiereremo un po’ con il suo autore, Fabio Monteduro e a breve uscirà anche una recensione del suo libro. Intanto godiamoci la quarta di copertina:
Giorgio Belvisi è un bell’uomo di sessant’anni, ricco e stimato neurochirurgo, con una certa facilità a trovare giovani amanti. Tutto, nella sua vita, sembra andare per il verso giusto, finché un segreto emerge dal suo passato, qualcosa di talmente inconcepibile che lui stesso sembra averlo cancellato dalla memoria. L’accusa di aver ucciso la sua giovane amante è solo il minore dei problemi, vista l’incredibile sequela di accuse che improvvisamente gli piovono addosso. Ma che cosa lega Giorgio a un prete della provincia siciliana, dilaniato da dubbi di fede e in perenne conflitto con i mostri generati dall’alcol di cui è divenuto schiavo? E perché proprio il commissario di Polizia che lo dovrebbe incriminare, è invece l’unico che non lo ritiene colpevole? In un crescendo di tensione, ci si avvicina al confronto finale, dove il male assoluto tenterà di porre il suo sigillo infernale.

Ciao e benvenuto nel Blog di memorie dal Buio. Rompiamo il ghiaccio con una presentazione. Raccontaci di te e come sei giunto a essere scrittore.
Sono un autore di romanzi thriller/horror che da sempre ha apprezzato, visto, letto, scritto di questo genere. Sono affascinato dal mistero e più il mistero è oscuro, all’apparenza irrisolvibile, più è spaventoso, più mi affascina, da qui a “cercare” di essere uno scrittore, il passo è stato breve. Ho letto talmente tanto che lo sfogo naturale non poteva che essere quello… lascio a chi avrà la voglia di leggermi se è stata una scelta buona o cattiva.
Parlaci del tuo lavoro, che generi scrivi, come preferisci pubblicare?
Horror e un po’thriller, ovviamente: fantasmi, il diavolo… i mostri, come usiamo chiamarli, fanno la parte del leone in tutto questo. Ma attenzione, qui non si parla di serial killer, torturatori e affini, nei miei romanzi il “cosa era”, avrà sempre la meglio sul “chi era”. Non apprezzo lo splatter, ma quel tipo di horror che nasconde il paranormale, quel tipo di horror non del tutto svelato e che lascia in chi legge una sottile inquietudine e la scelta di immaginare da soli quale incubo si nasconde “dietro quella porta socchiusa”. Riguardo alle mie pubblicazioni (che a oggi sono 11, sono orgoglioso di sottolinearlo) sono avvenute tutte con regolari contratti di edizione con una reale Casa Editrice. Mai a pagamento e mai con contributo e mai con acquisto copie e mai in auto-pubblicazione. Non che ci sia qualcosa di male, in quest’ultima (a differenza dell’obbrobrio dell’editoria a pagamento) ma forse sono solo stato fortunato. I miei libri si trovano in cartaceo (quelli che ancora sono disponibili) e alcuni anche nel formato e-book.
Ora una domanda apocalittica! Perché scrivi?
Credo che l’arte (di qualsiasi forma di arte si parli) sia qualcosa che scelga noi e non viceversa. Raccontare storie è sempre stata la mia passione, deve essere come trovarsi con un gruppo di amici in una casa, davanti ad un camino acceso, in una notte tempestosa e carica di tuoni e di pioggia. Mi piace farti paura, mi piace farti pensare, perché certe cose ci sono, io ne sono certo.
Il Blog come vedi si occupa di storia, passato, ricordi e memorie. Quanto sono importanti per te e come traspaiono nel tuo lavoro? Vi attingi spesso?
Se si intende memorie collettive, allora dovresti leggere “Gli artigli dell’aquila”, un romanzo che nella sua veste “paranormale” arriva fino alla Germania pre-Nazista, in quel periodo tra la fine della prima e l’inizio della seconda guerra mondiale. Non è un romanzo storico (non sarei capace di scriverlo) ma ripercorre, anche, alcune tappe “misteriose” di quel periodo oscuro. Se invece intendi memorie personali, allora posso dirti che la maggior parte dei fatti “misteriosi” (e riecco la parola magica) che avvengono nei miei libri, sono cose accadute personalmente a me, per questo prima scrivevo che certe cose ci sono veramente.
Qual è la tua fonte di ispirazione?
Beh, qualsiasi cosa direi. Un esempio? Al centro commerciale… vedo delle persone, immagino chi potrebbero essere, cosa nascondono, quale potrebbe essere la loro vita reale. Oppure una notizia al telegiornale (il mio AIRAM, per esempio, è tratto da un fatto di cronaca nera realmente accaduto in Francia) ma il motore è sempre lo stesso… “che accadrebbe se…?”
Quando e come scrivi? In che luogo, con che sottofondo, a che ora del giorno?
Quando ne ho voglia, quando riesco e soprattutto, quando sento l’ispirazione. Se non “mi va”, posso pure scervellarmi per un’ora, lo schermo resta bianco e, se scrivo qualcosa, sicuro che finisce ben presto nel cimitero dei bit. Il luogo? A casa, ma anche in ufficio, se ne ho il tempo e l’ispirazione.
Raccontaci il momento catartico, il più importante che serbi nel ricordo del processo di scrittura del tuo lavoro.
Un esempio che vale su tutto, perché mi ritengo uno scrittore che non usa canovacci, ma solo idee che mi raggiungono mentre scrivo. Una volta, mentre stavo facendo una passeggiata, mi è venuto in mente una faccenda che uno dei personaggi del libro che stavo scrivendo, avrebbe dovuto fare… mi sono detto: Ah, ecco perché è accaduta quella cosa in precedenza. Non so se l’esempio è chiaro, ma certifica che io stesso non so deve il romanzo vada a parare, finché la mia “Musa” non me lo sussurra nell’orecchio. Alla fin fine mi diverto a scrivere anche perché, come per chi legge, non ho idea di dove la storia andrà a parare.
Parlaci di un libro che è stato importante per te in passato.
Domanda dalla doppia risposta. Libro letto o libro scritto? Se parliamo di letto, direi assolutamente Pet Sematary di Stephen King, che più che un romanzo lo ritengo un manuale su come scrivere quel particolare genere letterario. Se invece la domanda è su uno dei miei libri, direi tutti… come per i figli, nessuno può essere più amato di un altro.
Come scegli le copertine dei tuoi lavori?
Ci pensa la casa editrice. Posso dare un suggerimento (come per Cacciatori di fantasmi, per esempio) e sicuramente ho voce in capitolo sulla scelta finale, ma non è una cosa che faccio in prima persona. Credo però che la copertina, come il titolo, debbano essere parte integrante del romanzo e non solo aprire alla curiosità di chi se lo trova davanti.
Dei tuoi personaggi, ce n’è uno che possa essere lo specchio del vissuto, della sapienza e delle memorie?
Come dicevo prima, molte delle cose descritte nei miei libri, sono cose accadute personalmente a me, quindi direi che i personaggi spesso rispecchiano il mio modo di pensare. Non tutti ovviamente e non su tutto, altrimenti sarei un pericoloso individuo.
Hai voglia di condividere un ricordo particolare della tua vita che possa aiutarci a capire il tuo lavoro nella sua completezza.
Noi tutti siamo la somma delle nostre esperienze. Come pensiamo, agiamo, ci comportiamo, deriva dal bagaglio del nostro passato. Ho vissuto in una famiglia normale e non fosse per le tante cose “incredibili” che mi sono capitate, forse non sarei nemmeno uno scrittore, o magari non scriverei horror.
Hai consigli per i nuovi scrittori emergenti?
Leggere, leggere, leggere, leggere, prima di scrivere. Di tutto, anche cose lontane dal genere che si ama e dal genere che si vuole scrivere. In ogni autore c’è qualcosa, in ogni libro c’è una goccia di sapienza futura. Anche leggendo brutti libri, perché almeno si capisce come NON si scrive bene. E poi, e soprattutto, mai pagare per farsi pubblicare, così facendo si certifica solo la propria inadeguatezza.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Tanti, troppi forse. Un nuovo lavoro già pronto (una raccolta di racconti); continuare la produzione del mio programma “Provincia Maledetta” (sono in corso le riprese della terza stagione) visibile sul mio canale Youtube e poi lasciare aperta la speranza che un giorno qualcuno si accorga di me e decida di fare un bel film da uno dei miei libri. Si dice che chi di speranza vive, disperato muore, ma credo anche che sognare non costa nulla e ci aiuta a vivere.
Ed è anche la speranza mia, quella di vedere le mie storie e le emozioni che raggiungono il vasto pubblico e riescono a volare libere. E perché no, anche in un film o una miniserie. Di certo Fabio è uno scrittore con una grande esperienza e saggezza che ci ha incuriosito con i suoi accenni a fatti strani e soprannaturali accaduti a lui in prima persona. Chissà se si farà intervistare per un prossimo articolo per la sezione Occulto e Misteri!
Intanto vi lascio con i link ai suoi canali e siti!
Instagram: Fabio Monteduro
Canale Youtube: Fabio Monteduro
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