BLOG LETTERARIO

LIBRI, AUTORI, CURIOSITA’ E MISTERI DAL MONDO

“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Anna Castellazzi, Matteo Mainardi e Maria Paola Molinari

da | Apr 7, 2022

Foto su concessione degli autori

La sfida di oggi ci porta a intervistare tre autori che hanno scritto un libro per bambini, rivolto alle scuole, ai docenti e al meraviglioso mestiere dell’insegnante. Si parla di musica, ma lo si fa con un tono leggero, da fiaba e a noi non resta che leggere le testimonianze di tre docenti d’eccezione e della loro esperienza come scrittori e come professori.

Ciao e benvenuto nel Blog di memorie dal Buio. Rompiamo il ghiaccio con una presentazione. Raccontaci di te e di ciò che hai scritto.

Anna: Buongiorno il nostro libro si intitola “Il Signore del caffè” pubblicato da Porto Seguro. A scriverlo tre colleghi: Anna Castellazzi, insegnante di Formazione musicale di base presso il Civico Liceo Musicale di Varese, membro del CDA dell’Associazione “Musica per Varese” e vice direttrice di tre scuole di musica, Matteo Mainardi docente presso IIS Carlo Alberto Dalla Chiesa di Sesto Calende e insegnante di storia della musica per il Civico Liceo Musicale di Varese e Maria Paola Molinari insegnante di pianoforte presso la Scuola Civica di Musica di Besozzo, docente di scuola secondaria di primo grado e vice direttrice dei Corsi Civici di musica di Cuveglio. La nostra esperienza all’interno della scuola ci ha portato a scrivere un libro per bambini e docenti. Si tratta di un testo in cui due personaggi di fantasia intraprendono un viaggio nel periodo storico in cui è vissuto Johann Sebastian Bach. I fatti narrati sono effettivamente accaduti ma presentati sotto forma di fiaba. Il testo comprende numerose espansioni come video, audiolibro, partiture, mp3, testo e video sono tradotti in CAA

Quanto è importante il ricordo e la memoria nella trama del tuo lavoro?

Anna: Questo testo vuole mantenere vividi fatti realmente accaduti in un ambiente storico che solitamente viene affrontato tra i banchi di scuola. Il fatto che siano legati ad un compositore non significa necessariamente che debbano essere fruiti solo da chi studia musica. Portare i bambini a capire, conoscere la cultura musicale attraverso aneddoti divertenti, è il fattore che ha fatto scaturire la voglia di scrivere questo testo che sarà il primo di una collana di 10 volumi.

Quando scrivi, quanto attingi al tuo vissuto e alle esperienze passate?

Anna: Il fatto di lavorare quotidianamente con bambini di tutte le età è assolutamente un grande vantaggio per noi, ogni singola pagina di questo libro nasce dalla nostra esperienza con i bambini. Potremmo dire che ogni bambino con cui​ abbiamo a che fare è un meraviglioso universo da scoprire e nello scrivere questo testo abbiamo cercato di soddisfare i bisogni di ogni singolo bambino.

Racconta il momento catartico, il più importante che serbi nel ricordo del processo di scrittura del tuo lavoro.

Anna: Il momento in cui questo progetto da proposta ha preso forma. Ci siamo subito trovati d’accordo su come impostare il lavoro e sui compiti di ciascuno, è stato un po’ come se ognuno di noi stesse aspettando solo di dare il via a questo progetto.

Dei tuoi personaggi, ce n’è uno che possa essere lo specchio del vissuto, della sapienza e delle memorie?

Anna: Sicuramente il personaggio principale: Johann Sebastian Bach. Questo grande musicista vissuto nel 1700 viene presentato come un personaggio dei nostri giorni e questo lo rende più interessante e simpatico discostandosi dall’immagine che di solito viene mostrata di lui sulle varie raffigurazioni.

Condividi un ricordo particolare della tua vita che possa aiutarci a capire il tuo lavoro nella sua completezza.

Anna: Avendo tutti e tre impegni lavorativi e famigliari, incontrarsi per discutere del libro è sempre stato un sorta di impresa soprattutto in piena pandemia. Ritagliare dei momenti in cui trovarsi non è stato sempre semplicissimo. Il vedersi la prima volta in presenza per la prima bozza di stesura è stato emozionante, soprattutto perché a quel punto ci siamo resi conto che non avevamo più nulla da aggiungere al testo. Tutto quello che volevamo contenesse era stato scritto, prodotto, registrato, cosa che nei nostri incontri online non accadeva, c’era sempre un “e se aggiungessimo questo?- e se cambiassimo quello?” Ecco durante la correzione semplicemente ci siamo guardati e abbiamo deciso che era giunto il momento di mandare il testo a un editore.

Parliamo ora del tuo lavoro di docente. Come ti sei approcciato a questa professione e come ti aggiorni professionalmente?

Anna: Per ognuno di noi è stato diverso. Nel mio caso ricordo che frequentavo la scuola elementare e il nostro maestro ci fece partecipare ad uno spettacolo in cui presenziava la banda del paese. E’ stato amore a prima vista. Ho cominciato dapprima a seguire delle lezioni organizzate dalla banda, perché allora frequentare una scuola di musica non era semplicissimo, abitavo lontano e inoltre c’erano le selezioni per entrare in un liceo, perché i posti erano limitati. Una volta scoperto che la mia era vera passione i miei genitori hanno deciso di farmi provare a fare l’ammissione. Ricordo ancora la telefonata in cui mi comunicavano che ero stata accettata: gioia pura. Da allora la musica fa parte del mio mondo. Mio padre non ebbe occasione di studiare musica e volle offrire ai suoi figli questa possibilità.

Matteo: Per me dopo il Conservatorio, l’università è dove ho iniziato a “ parlare di musica”. Perché insegno? Sono cresciuto tra i compiti e gli appunti di mia madre, La scuola è la mia seconda casa.

Maria Paola: Anche a casa miasi respirava musica, si sentiva sempre suonare: fisarmonica, mandolino, violino, pianoforte. Così mi sono immersa nello studio, facendone la mia vita. E ormai da più di trent’anni sono ripagata dallo sguardo stupito ed entusiasta dei ragazzi a cui consegno questo tesoro. Per noi insegnanti i corsi di aggiornamento sono d’obbligo per cui ogni volta che c’è occasione, e nel nostro campo ce ne sono molte, seguiamo vari corsi.

Parlaci di questa professione, raccontacela.

Anna: Insegnare musica significa mettersi a disposizione dei bambini, ragazzi, adulti per cercare di trasmettere loro tutte le nostre conoscenze. Ogni individuo ha un suo metodo e il nostro compito è capire quale è il più adatto a loro. Gli argomenti che possiamo affrontare sono cosi tanti che non basterebbero dieci vite per imparare e insegnare tutto ciò che ci sarebbe da sapere sulla musica. Capita a volte di partire da un argomento e di lasciarsi trascinare dall’interesse degli allievi fino ad arrivare ad argomenti non previsti. Insegnare musica significa soprattutto imparare perché ogni bambino, ragazzo, adulto può esprimere molto attraverso i suoni, a noi sta solo riuscire ascoltare, comprendere.

Qual è la cosa più stimolante e la più pesante del tuo lavoro?

Anna: Stimolante: avere a che fare con bambini e ragazzi di ogni età, pesante… beh diciamo che per svolgere il nostro lavoro ci vuole molta passione, e se c’è quella, niente è realmente pesante.

Come vedi evolvere l’editoria e gli autori nel corso degli anni? Come sta cambiando la scrittura e la lettura?

Anna: Scrivendo questo libro abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con alcuni editori, ci siamo documentati ecc.. siamo rimasti sorpresi dal numero di esordienti scrittori, crediamo che molto sia dovuto a questa pandemia, la voglia di raccontare quello che non si è potuto fare davanti ad un caffè con un amico ad esempio, la carta è diventata una specie di sostituta di quel caffè mancato. Crediamo che l’editoria stia percependo questa necessità mettendosi a disposizione di quanti hanno voglia di raccontare.

Personalmente ricordo che da bambina avrei voluto fare l’insegnante. Era quel periodo, alle elementari, in cui la mia maestra, una roccia di donna forgiata al Magistero, mi metteva a fare da “sostegno” ai compagni di classe che non riuscivano a stare a pari. Mi piaceva insegnare e vedevo che capivano quello che spiegavo. Trovavo gratificante dare il mio contributo e offrire quello che sapevo e nuovi modi di approcciare un argomento, magari meno “pesanti” della lezione frontale cui eravamo abituati noi alunni degli anni ’80. Le vicende della vita poi mi hanno portato a scegliere la via della medicina Veterinaria, ma ho trovato sicuramente un legame con quella passione quando ho insegnato Karate alle cinture bianche e gialle e quando, grazie alla Zooantropologia didattica, sono entrata nelle scuole, stavolta dall’altro lato della cattedra!
Intervistare tre docenti è sicuramente un’esperienza interessante che ci permette di vedere la scuola e l’insegnamento da un altro punto di vista. Tanto di cappello al loro lavoro e a questo libro che avvicina i bambini al vasto ed emozionante mondo della musica.

abbiamo a che fare è un meraviglioso universo da scoprire e nello scrivere questo testo abbiamo cercato di soddisfare i bisogni di ogni singolo bambino. 4. Racconta il momento catartico, il più importante che serbi nel ricordo del processo di scrittura del tuo lavoro. Il momento in cui questo progetto da proposta ha preso forma. Ci siamo subito trovati d’accordo su come impostare il lavoro e sui compiti di ciascuno, è stato un po’ come se ognuono di noi stesse aspettando solo di dare il via a questo progetto. 5. Dei tuoi personaggi, ce n’è uno che possa essere lo specchio del vissuto, della sapienza e delle memorie? Sicuramente il personaggio principale: Johann Sebastian Bach. Questo grande musicista vissuto nel 1700 viene presentato come un personaggio dei nostri giorni e questo lo rende più interessante e simpatico discostandosi dall’immagine che di solito viene mostrata di lui sulle varie raffigurazioni. 6. Condividi un ricordo particolare della tua vita che possa aiutarci a capire il tuo lavoro nella sua completezza. Avendo tutti e tre impegni lavorativi e famigliari, incontrarsi per discutere del libro è sempre stato un sorta di impresa soprattutto in piena pandemia. Ritagliare dei momenti in cui trovarsi non è stato sempre semplicissimo. Il vedersi la prima volta in presenza per la prima bozza di stesura è stato emozionante, soprattutto perché a quel punto ci siamo resi conto che non avevamo più nulla da aggiungere al testo. Tutto quello che volevamo contenesse era stato scritto, prodotto, registrato, cosa che nei nostri incontri online non accadeva, c’era sempre un “e se aggiungessimo questo?- e se cambiassimo quello?” Ecco durante la correzione semplicemente ci siamo guardati e abbiamo deciso che era giunto il momento di mandare il testo a un editore.

vite per imparare e insegnare tutto ciò che ci sarebbe da sapere sulla musica. Capita a volte di partire da un argomento e di lasciarsi trascinare dall’interesse degli allievi fino ad arrivare ad argomenti non previsti. Insegnare musica significa soprattutto imparare perché ogni bambino, ragazzo, adulto può esprimere molto attraverso i suoni, a noi sta solo riuscire ascoltare, comprendere. 9. Qual è la cosa più stimolante e la più pesante del tuo lavoro? Stimolante: avere a che fare con bambini e ragazzi di ogni età, pesante…bhe diciamo che per svolgere il nostro lavoro ci vuole molta passione, e se c’è quella, niente è realmente pesante. 10. Come vedi evolvere l’editoria e gli autori nel corso degli anni? Come sta cambiando la scrittura e la lettura? Scrivendo questo libro abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con alcuni editori, ci siamo documentati ecc.. siamo rimasti sorpresi dal numero di esordienti scrittori, crediamo che molto sia dovuto a questa pandemia, la voglia di raccontare quello che non si è potuto fare davanti ad un caffè con un amico ad esempio, la carta è diventata una specie di sostituta di quel caffè mancato. Crediamo che l’ editoria stia percependo questa necessità mettendosi a disposizione di quanti hanno voglia di raccontare.

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