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LIBRI, AUTORI, CURIOSITA’ E MISTERI DAL MONDO

“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Intervista doppia #26: Paolo e…

da | Dic 14, 2023

Chiedere alle persone cosa sia per loro la vita, significa ricevere tante risposte quante sono le persone e chiederlo di nuovo alla medesima persona cinque o dieci anni dopo, genererà una risposta differente. Analizzare la vita, capirla, darle un senso, sia che si scomodi la religione, sia che ci si basi su una morale razionalista, è forse uno dei capitoli della filosofia più difficile da concludere. Se da un lato la società muta al passare degli anni e dei decenni, evolvendo o involvendo nella sensibilità comune, dall’altro certi capisaldi, come la ricerca della felicità personale, della realizzazione, sono archetipi universali, che attraversano il tempo e lo spazio. Nel libro che presentiamo oggi, attraverso le parole dell’autore e del suo narratore senza nome, iniziamo questo viaggio dentro le vite di alcuni personaggi e in quelle piccole, necessarie follie che ci permettono di restare vivi, di mettere un piede davanti all’altro e percorrere questo sentiero che è la vita. Un sentiero che tutti contribuiamo a costruire, per noi e per gli altri, a volte con delle lisce e comode mattonelle, a volte con cocci taglienti di vetro. In attesa di sentire le voci di paolo e del suo personaggio, leggiamo insieme la quarta di copertina.

La narrazione presenta diversi personaggi che, con le loro vicende, sembrano entrati in una stanza piena di specchi che riflettono immagini diverse, pur facendo parte della stessa storia. Oppure, tali personaggi, nel loro insieme realizzano un caleidoscopio. E se nel caleidoscopio i riflessi multipli di piccoli oggetti colorati formano figure che mutano in modo imprevedibile e variabile a ogni movimento, nel libro i diversi protagonisti realizzano, anche se inconsapevolmente, un’esistenza comune in una girandola confusa, diffusa e piena di consuetudine, o meglio, di felici, dolorose e vitali follie. Tra i protagonisti spiccano l’affascinante Fiorella, prostituta redenta ma che dovrà pagare, comunque, il suo passato. Oppure Berto, il tassista i cui profondi sentimenti lo porteranno alla catastrofe e, anche, il narratore, il regista del “racconto” che, nella solitudine, è legato assiduamente ai suoi libri, morti e vivi. In questo romanzo, realistico e attuale, emergono e dominano due elementi: l’amore e le futili esistenze. L’amore visto attraverso diverse prospettive e le futili vite fino a quando…

Foto su concessione dell’Autore

Ciao, come ti chiami?

Autore: A dir la verità non è mia l’abitudine di chiamarmi, sono gli altri che, all’occorrenza, dicono Paolo

Personaggio: Non ho un nome, sono uno qualsiasi che veglia sui ricordi, sui dubbi, sulle domande senza risposta e sulle ragioni che hanno portato alle domande senza risposta

Dove vivi?

Autore: In Umbria, ma non abito in città, ho preferito la campagna.

Personaggio: Io, invece, ho scelto la città, una città qualsiasi, anche Milano, per esempio…

Qual è la tua professione?

Autore: Scrittore. È l’altro che mi ha dato questa possibilità.

Personaggio: Ho sempre preferito fare il bibliotecario. Mi piace stare in mezzo ai libri.

Qual è la professione dell’altro?

Personaggio: Io? Io sono un semplice tassista, a lui piacciono i libri e a me le persone, e non potete immaginare quanto c’è da divertirsi con certi tipi, è tutto un mondo da scoprire.

Ti piace come sei?

Autore: Perché, c’è la possibilità di cambiare?

Personaggio: Per forza, è lui che m’ha fatto così! Ma, sinceramente, non mi dispiace, sto bene così come sono.

Cosa cambieresti di te stesso?

Autore: Niente… o forse mi servirebbe un po’ più di coraggio, magari avrei superato meglio gli ostacoli della vita.

Personaggio: Io ho bisogno di amare e di essere amato, una persona senza amore è una persona malata, per questo vorrei incontrare di nuovo Anna.

Cosa cambieresti dell’altro?

Autore: Gli dico che è un coglione e che non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto!

Personaggio: Sì, ha ragione… ho poco da dire…

Cosa ti piacerebbe fare in futuro?

Autore: Scrivere ancora e non è facile dopo aver pubblicato 13 romanzi, ti sembra di aver già detto tutto quello che avevi da dire. Ammiro i tipi come Simenon che è riuscito a tirar fuori 450 opere di narrativa.

Personaggio: Vorrei che lui si decidesse a riprendere la penna in mano e a farmi fare un’altra bella figura come l’ho fatta nella vita invalsa.

Cosa rimpiangi del passato?

Autore: La povertà, ti sembrerà strano ma è così. Perché è la povertà che mi ha fatto crescere e non mi ha fatto dimenticare l’umiltà di quelle mie origini.

Personaggio: No, non sono d’accordo, io preferisco la ricchezza… detto tra noi senza dindero non si dandera e a me, la gnocca, non dispiace.

Raccontaci una memoria, un ricordo che ti è particolarmente caro.

Autore: Quando camminando per la strada mi ha fermato una ragazza mai vista e mi ha detto, timidamente, sa?, ho letto il suo libro, è bello. Be’, mi sono commosso, perché scrivere è faticoso e dentro un libro c’è l’autore e la sua anima… il libro è: “Il dialogo della Morte e dell’Anima”.

Personaggio: io non posso che ricordare Anna e la sera, prima di addormentarmi, vedo ancora il suo sguardo esitante, e ricordo come lei mi prendeva la mano e la posava sul seno e ricordo come lei chiudeva gli occhi e le tremavano le labbra mentre le accarezzavo i seni e non dimenticherò mai quando si era distesa sul letto portando con sé tutto me stesso.

Qual è la scena più bella del romanzo che hai scritto/interpretato?

Autore: Le ultime parole, ma non le dico, semplicemente perché non vorrei far perdere all’eventuale lettore il piacere della lettura del libro.

Personaggio: Quando spiegavo all’autore come avrei voluto costruire “la casa del pianto”. Ma poi ho lasciato perdere.

Dì qualcosa di cattivo all’altro.

Autore: Be’, dopo questo poliziesco interrogatorio che ne diresti di andare a bere una pinta da Peppe?

Personaggio: Massì, vengo volentieri, ho la bocca asciutta.

Ora invece qualcosa di carino all’altro.

Autore: Dai, vieni anche tu.

Personaggio: Amico mio, vieni con noi ma prometti di non fare più quello che hai combinato verso la fine della nostra storia.

E in ultimo qualcosa ai lettori.

Autore: Ricordate sempre che un libro è come un amico al quale dici: “Dai raccontami qualcosa .” E lui ti prende sottobraccio e quando inizia a camminare ti parla della vita, dei sogni e dei desideri.

Personaggio: Tra l’uomo e Dio c’è l’arte.

Se siete curiosi di leggere il resto, trovate La vita Invalsa a questo link!

3 Commenti

  1. Marina Palazzetti

    Brusio e cicaleccio, esistenze pullulate nel frattale dell’anima che coniugano il mondo, lo abbracciano e lo rivivono non istrionicamente, ma in maniera organica, dalle viscere. Mi piace la scrittura viva e vivida di Paolo Pergolari. A Natale prossimo mi regalerò anche questo romanzo!

    • Marina Palazzetti

      Dannazione! Il correttore ha sbagliato il cognome, Pergolesi anziché Pergolari. Che sarà un’altra sua identità? ( Tanto per rimanere in tema…). Vorrei correggere, ma non riesco a farlo, per favore aiutatemi!

      • admin

        Ciao, grazie di aver risposto, ho corretto io il cognome su tua richiesta. stai connessa per le altre interviste e la recensione del romanzo di Paolo.
        Saluti
        Isa

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