BLOG LETTERARIO

LIBRI, AUTORI, CURIOSITA’ E MISTERI DAL MONDO

“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Roberto Ciardiello

da | Mag 13, 2022

Quanta paura possono fare il buio, la morte, il sangue e il mistero? Parecchia, se a intrecciarle è Roberto Ciardiello, il nostro ospite di oggi. Scrittore prolifico e appassionato del genere più intimamente legato all’orrore e alle paure ancestrali, ci regalerà qualcosa di sé e dei suoi romanzi, a cominciare dalle copertine e da questa introduzione tratta da “La vendetta nel vento”:

Fabiana ha quattordici anni e un vuoto di memoria. In una tranquilla mattina di maggio si ritrova in mezzo a un prato, circondata dalla solitudine. Un manto di nebbia le offusca la mente. Dovrebbe essere a scuola a conquistare gli ultimi ottimi voti prima delle vacanze estive, eppure è da tutt’altra parte, senza sapere come sia arrivata lì, cosa sia successo la notte appena passata. Si è incamminata verso casa dopo aver festeggiato il compleanno dell’amica Cristina; il resto è stato inghiottito da un buco nero. Quando i ricordi le piombano addosso, il peso di un’orrenda verità la schiaccia. Le torna in mente nonna Maria, le sue parole, perché tra l’erba ha visto un soffione curvarsi sotto il vento in arrivo dal mare, oltre lo strapiombo. «Esprimi un desiderio, piccola, e soffia forte forte…» Fabiana lo fa. Soffia e aspetta. Perché anche gli animi più docili possono covare rancore. E desiderio di vendetta.

Foto su concessione dell’autore

Ciao e benvenuto nel Blog di memorie dal Buio. Rompiamo il ghiaccio con una presentazione. Raccontaci di te e come sei giunto ad essere scrittore.

Ciao e grazie per l’ospitata! Sono un appassionato di horror, ma non solo. Da buon lettore, spazio e vado a coprire anche il fantastico in generale, passando per il thriller, il giallo classico e il noir in primis. Questi sono i generi che prediligo, la maggioranza sui miei scaffali, almeno.

Mi ritengo anche un discreto cinefilo, ma tranquilla: non andrò avanti per citazioni cinematografiche, qui!

Come sono giunto a essere scrittore? Leggendo molto e guardando altrettanti film, sviluppando trame e idee, facendo lavorare il cervello.

E poi perseverando.

Non mi piace accontentarmi della prima trama che butto giù, anche se di ben definite non ne ho mai avute. Spesso lascio l’idea di base e cambio le regole in corsa, se ritengo necessario uno sviluppo differente. Non avere una scaletta superdettagliata può rallentare il lavoro, ma è di gran lunga più divertente.

Foto su concessione dell’autore

Parlaci del tuo lavoro, che generi scrivi, come preferisci pubblicare?

Come già detto, prediligo l’horror, magari con sfumature pulp-noir e con del fantastico all’interno. Ciò che ho scritto finora ha queste caratteristiche… Per il futuro, si vedrà!

Ora una domanda apocalittica! Perché scrivi?

Di base, scrivo perché mi diverte inventare storie e plasmare personaggi. Mi fa stare bene, più che altro. Anche quando vorrei mollare tutto perché non vedo la luce in fondo al tunnel della scrittura, anche quando mi accorgo di andare troppo a rilento e di addormentarmi su un capitolo o su una svolta importante… anche in quei casi c’è una vocina che mi dice di andare avanti e portare a termine il lavoro. Che la soddisfazione di dire “ho finito” non ha prezzo.

Il Blog come vedi si occupa di storia, passato, ricordi e memorie. Quanto sono importanti per te e come traspaiono nel tuo lavoro? Vi attingi spesso?

Vi attingo quanto basta, altrimenti ne uscirebbe un libro di memorie (e non è che abbia avuto una vita così interessante). Il resto è fantasia.

Qual è la tua fonte di ispirazione?

Non ne ho una in particolare, ma diciamo che la cronaca nera a volte aiuta, tanto per l’idea principale che per qualche digressione. Anche cinema e narrativa aiutano, consciamente e non. E i discorsi captati in giro, anche quelli possono portare belle idee da mettere su carta.

Quando e come scrivi? In che luogo, con che sottofondo, a che ora del giorno?

Non ho una tabella di marcia e sì, scrivo in casa (niente immagine poetica dello scrittore che va a lavorare al parco o al tavolino di un bar malfamato, quindi). Scrivo quando posso, non ho un orario fisso, anche se prediligo la mattina; la sera preferisco leggere o guardare un film.

Prediligo il silenzio. Ho provato a scrivere con un sottofondo musicale, ma non ne ho cavato un ragno dal buco: la musica mi piace molto e, di conseguenza, mi distrae.

Foto su concessione dell’autore

Raccontaci il momento catartico, il più importante che serbi nel ricordo del processo di scrittura del tuo lavoro.

Il momento in cui ho concluso l’ennesimo giro di editing sul primo manoscritto, “La vendetta nel vento”, e ho pensato: ok, stavolta è finito per davvero, si va!

Sai, sono molto pignolo se si parla di editing, e non mi accontento di un paio di giri, quindi immagina la soddisfazione (e la liberazione finale).

Parlaci di un libro che è stato importante per te in passato.

Sono un amante del noir di James Ellroy (ma non solo), quindi posso dirti che “Il grande nulla” mi ha insegnato molto. Dalla caratterizzazione dei personaggi alle ambientazioni dalle tinte cupe, passando per la corretta scelta parole da usare in base alle scene da descrivere.

Come scegli le copertine dei tuoi lavori?

Per quello c’è l’editore, la Dark Zone, che se ne occupa. Io do l’idea principale, cercando di rifarmi alle locandine di vecchi film horror, e il gruppo di lavoro studia e crea, mettendoci del suo. Finora ne sono entusiasta.

Dei tuoi personaggi, ce n’è uno che possa essere lo specchio del vissuto, della sapienza e delle memorie?

No, non uno in particolare. C’è un po’ del mio mondo sparso nei vari personaggi, in generale. Per “mio mondo” intendo tutto ciò che mi circonda e che mi ha circondato. Racconti ascoltati da qualcuno, persone conosciute, situazioni vissute o sentite in giro. Vuoi o non vuoi, qualcosa del mondo intorno a lui, lo scrittore lo mette sempre nei suoi lavori.

Hai voglia di condividere un ricordo particolare della tua vita che possa aiutarci a capire il tuo lavoro nella sua completezza?

I ricordi più belli riguardano le fiere in cui si va con lo stand dell’editore. Fa piacere parlare con i lettori, soprattutto quando tornano per dirti che sono rimasti soddisfatti dalla lettura. Sono ricordi che servono ad andare avanti con il proprio lavoro, per me sono carburante.

Hai consigli per i nuovi scrittori emergenti?

Sarò breve: siate umili.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho molte trame abbozzate nel mio hard disk, ma nessuna mi soddisfa appieno. D’altronde, ho già detto che non mi piace accontentarmi, no? Di sicuro c’è che voglio continuare a scrivere questa mia avventura nel mondo dell’editoria di genere, provando a non essere mai banale, evitando lo splatter fine a se stesso (che non digerisco) e tentando di usare l’horror sia per intrattenere che per veicolare emozioni e messaggi. Si può dire molto anche usando questo genere che no, non è solo sangue e budella.

Foto su concessione dell’autore

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