BLOG LETTERARIO

LIBRI, AUTORI, CURIOSITA’ E MISTERI DAL MONDO

“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Simona Borgatti

da | Lug 6, 2022

Cosa succede quando una maestra prende la penna in mano? No no, non stiamo parlando del lapis rosso e blu per correggere gli errori, ma della penna per antonomasia, quella che ci porta a scrivere. Ebbene escono due perle come quelle di cui parleremo in questa intervista. A volte l’ispirazione viene da ciò che ci circonda, da ciò che amiamo e vorremmo portare all’attenzione del mondo, altre volte è una storia di vita personale e vissuta che può divenire esempio e educazione per molti, oppure ancora essere un piccolo spaccato della propria vita lavorativa e personale che si modella in un racconto. In ogni caso, ascoltiamo la voce di Simona.

Simona ama i gatti. Sarà per il cognome, sarà perché sono indipendenti e puliti, sarà perché i suoi genitori non le hanno mai permesso di tenere un cagnolino (che puzza e sbava). Insieme al marito, durante una vacanza all’estero, arriva lei. È sporca e pulciosa. Ma è stata abbandonata, è un cucciolo e li guarda con due occhioni così dolci! Non ci sono dubbi: Zara, che si rivelerà essere un cane di Tornjak, entra nei loro cuori e stravolge completamente il tran tran familiare. È la storia di un amore, di un cane e della dedizione della sua padrona, che da indifferente al mondo cinofilo diventa un’appassionata di cani e di Tornjak in particolare per far conoscere questa singolare razza in Italia.

Foto su concessione dell’autore

Raccontaci di te e come sei giunto ad essere scrittore.

Essere considerata un’autrice, nel mio caso, mi sembra una parola grossa, ma ti ringrazio. Sono insegnante di scuola primaria da trent’anni. Dopo essermi trasferita da Milano alla campagna, dal 2001 fino al 2019 ho collaborato con alcune testate locali diventando giornalista pubblicista. Il primo libro uscito ormai nel lontano 2011è nato proprio dall’esperienza giornalistica poiché era dedicato al dimenticato Castello Visconteo di Cusago. Non un romanzo per far sognare, ma un libro per denunciare l’incuria dei beni storici. Poi nel 2019 ne è uscito un altro e ora sono in attesa di risposta per un terzo. Temo che mi verranno le ragnatele come quelle del castello.

Parlaci del tuo lavoro, che generi scrivi, come preferisci pubblicare?

Non ho un genere definito: il primo era una storia di fantasia  con i tre castelli umanizzati e con una parte divulgativa; il secondo era autobiografico anch’esso inframezzato da una parte divulgativa. Forse ciò dipende dal lavoro che svolgo e dall’esperienza giornalistica. Il terzo, invece, è un vero e proprio romanzo e se fosse un film sarebbe un “dramedy”: è ironico e scorrevole anche se tocca temi importanti. Non sono capace di scrivere in modo aulico e non mi considero un’intellettuale che scrive in poesia. Non sono, insomma, una scribacchina seria.

Purtroppo, a causa del mercato, non posso permettermi preferenze per pubblicare. Per il primo libro, essendo una storia locale, mi sono rivolta ad una piccola casa editrice della zona con libreria annessa alla quale mi sono rivolta anche per il secondo. Sarei bugiarda se dicessi che non miro alla grande CE con il terzo, ma dopo un anno mi rendo conto di quanto sia complicato. Quindi ben vengano le CE piccole basta che siano completamente gratuite, ci credano e siano serie senza condizioni capestro nei contratti.

Ultimamente, dopo aver vinto un concorso letterario col mio primo racconto, mi sto buttando sui premi letterari.

Foto su concessione dell’autore

Ora una domanda apocalittica! Perché scrivi?

Scrivo per denunciare alcune tematiche e per condurre il lettore ad una riflessione.

Il Blog come vedi si occupa di storia, passato, ricordi e memorie. Quanto sono importanti per te e come traspaiono nel tuo lavoro? Vi attingi spesso?

Ovviamente sì; alcune volte questi ricordi, queste memorie sono già presenti nella mia testa, altre volte affiorano senza che me ne renda conto.

Qual è la tua fonte di ispirazione?

Se per fonte d’ispirazione intendi un genere, mi piace molto il racconto umoristico.

Quando e come scrivi? In che luogo, con che sottofondo, a che ora del giorno?

Scrivere con costanza per me è molto complicato perché devo avere la testa libera e il mio lavoro, purtroppo, non mi permette mai di avere la testa sgombra anche quando non sono dietro alla cattedra. Ovviamente scrivo di più in estate, ma revisiono, aggiusto e sistemo anche durante l’anno. Non ho orari precisi, tutto dipende dagli incastri quotidiani però verso sera mi sento più tranquilla. Il sottofondo? Sono brutale: la musica della radio.

Raccontaci il momento catartico, il più importante che serbi nel ricordo del processo di scrittura del tuo lavoro.

Ehhhhh????

Parlaci di un libro che è stato importante per te in passato.

Non saprei. Non ho un libro importante.

Come scegli le copertine dei tuoi lavori?

Collaborando con altre persone. Per il primo mi sono avvalsa della creatività di mio marito che è artista e designer, per il secondo di un fotografo bravissimo nell’immortalare i cani e lo shooting in studio è stato molto divertente: Zara, la protagonista, si è sbafata una marea di biscottini.

Foto su concessione dell’autore

Dei tuoi personaggi, ce n’è uno che possa essere lo specchio del vissuto, della sapienza e delle memorie?

Sicuramente la mia Agnese e la mia Martina sempre che riescano a uscire da Pieve Paesino per farsi conoscere.

Hai voglia di condividere un ricordo particolare della tua vita che possa aiutarci a capire il tuo lavoro nella sua completezza.

Vorrei condividerlo, ma non ho un ricordo particolare.

Hai consigli per i nuovi scrittori emergenti?

  • Non leggete Software Paradiso e blog simili altrimenti andrete fuori di testa.
  • Seguite un buon corso di scrittura tenuto da professionisti seri (diffidando del corso tenuto dal famoso scrittore/scrittrice) almeno per l’ABC, il resto dovete metterlo voi.
  • Allenatevi con i concorsi letterari, ma diffidate di quelli che inseriranno i racconti dei partecipanti in un’antologia che poi ne dovrete acquistare 20 copie.
  • Non smettete mai di leggere.
  • Conoscete altri autori per scambi di idee, basta che nessuno di loro rubi la vostra.
  • Infine, uno su tutti: apritevi un blog, anche se Severgnini dice che l’epoca dei blog è finita, perché le grandi CE fanno scouting lì dentro e armatevi di un onesto social media manager investendo qualche euro.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?* Ricevere una dimostrazione d’interesse sulle mie “Maestre”. Che qualcuno apprezzi le mie “Sciure di campagna”, racconto inviato a un Premio Letterario. Continuare a scrivere anche se è frustrante non trovare un pubblico: pubblicare, purtroppo, non è per tutti.

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