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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

I Licantropi

da | Lug 22, 2022

Foto dal Web

Cos’è il Licantropo se non la parte selvaggia e feroce di noi stessi? Quella componente animale che la psicologia tenta di analizzare e cui vorrebbe dare un nome, una spiegazione e un’etichetta. Il Licantropo è colui che lascia emergere il suo istinto primordiale, antico, atavico, laddove gli altri uomini lo addomesticano e lo costringono in un’etica del tutto “sapiens”, subordinata alle leggi umane e alla morale religiosa. Per la serie Interviste impossibili, oggi abbiamo qui con noi Basthian Noel, detto Tiano, che avete potuto conoscere sulle pagine di Memorie dal Buio – La Bestia.

Buongiorno Tiano, la luna piena è passata da qualche giorno, come ti senti?

Buongiorno a tutti, ho ancora la bocca foderata di schifo, non ho idea di cosa ho mangiato, ma era qualcosa di non molto fresco, temo.

In effetti la fiatella ce lo conferma, ma passiamo oltre. Te la senti di raccontarci la storia della tua razza?

Sicuramente il primo motore di una leggenda sui Licantropi viene spontaneo osservando gli individui affetti da ipertricosi, che li porta ad avere un vello uniforme e folto su tutto il corpo, ad eccezione dei palmi delle mani e la pianta dei piedi. In letteratura medica è stata descritta fin dalla metà del 1600, quando un uomo, Petrus Gonzales, affetto da questa patologia si trasferì in Francia e sposò una francese da cui ebbe sei figli, di cui quattro con ipertricosi. Pare che la sua storia abbia ispirato anche la novella della Bella e la Bestia.

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Velocemente nomino la licantropia clinica, una vera patologia psichiatrica, che porta chi ne è affetto a credere di potersi trasformare in un animale. La letteratura criminale ricorda numerosi assassini psicopatici che, oltre a dilaniare il corpo delle proprie vittime con i denti, ne hanno addirittura mangiato gli organi come il cuore o il fegato; tra questi psicopatici, ricordiamo Peter Stubbe, uno dei primi serial killer della storia e uno dei più noti. Per la cronaca, venne catturato, dichiarò di aver fatto un patto col diavolo per avere una campana (o una cintura) magica che gli consentiva la trasformazione, fu torturato e messo a morte sulla ruota e moglie e figlia, considerate complici, furono uccise a loro volta, anche se pare fossero solo povere vittime abusate e violentate dal folle.

Verso la fine del cinquecento, un contadino francese della regione dell’Aquitania catturò Jeacques Roulet, nudo e con comportamenti da belva, che confessò di essere un ladro che, grazie ad un unguento, diventava feroce e famelico come una belva, senza trasformarsi in lupo però. Il comportamento di Roulet in carcere e durante gli interrogatori non lasciarono dubbi agli inquirenti: era un malato di mente. Per cui il Parlamento di Parigi nel 1589 commuto la pena di morte a due anni di manicomio.

Nel 1598 nella regione francese della Franca Contea, si assiste ad un raro caso di isteria collettiva che vede coinvolti i fratelli Gandillon, arrestati, impiccati ed arsi sul rogo. Alla base della vicenda, c’è una famiglia che abusa dei figli, reclusi e isolati tanto da portare la figlia maggiore, Pernette, a identificarsi con un lupo. La ragazza aggredì due bambini nel bosco e ne uccise uno, ma la cosa surreale della vicenda, è che anche gli altri fratelli iniziarono a comportarsi da bestie e a giurare di essere stregoni.

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Parallelamente a quanto accaduto per i vampiri, anche nei confronti dei Licantropi dal 1500 ci fu una sorta di caccia di massa, tanto che alla corte di Francia si cercò di smitizzare la situazione, il che venne chiaramente a nostro vantaggio. Nel 1599 a Parigi viene pubblicato infatti il primo trattato sui licantropi dal titolo Discours de la lycanthropie, tradotto in italiano come Discorso sulla licantropia o della trasformazione degli uomini in lupi.

L’autore, Jean Beauvoys de Chauvincourt, segretario di Stato del re di Francia punta a ridurre a ragionevolezza il popolo, dimostrando che i casi di licantropia si riducono a due sole opzioni: i licantropi sono uomini colpiti da una malattia degenerativa causata dalla cattiva alimentazione, in particolare carne avariata, oppure sono umani posseduti dal demonio, stregoni sotto patto e suggerisce anche delle ricette di pozioni e polveri, colliri e unguenti che Satana darebbe agi uomini per soggiogarli e renderli licantropi.

Ma escludendo queste condizioni del tutto umane e scientificamente spiegate, ci accorgiamo che gli ibridi tra uomo e animale hanno popolato l’immaginario fin dall’antichità. Le divinità egizie erano antropomorfe e zoocefale, la mitologia greca è piena di figure come la sfinge, i centauri o i fauni, che posseggono caratteristiche intermedie tra uomini e bestie. I riti sciamanici, fin dalla preistoria, ponevano i celebranti, gli iniziati o i cacciatori che volevano propiziare la futura battuta, nel centro di un cerchio in cui invocavano la comunione con l’animale per prenderne le caratteristiche: forza, agilità o sensi superiori.

Una delle più famose leggende legate ai licantropi è quella che ci racconta Ovidio nelle Metamorfosi, in cui Giove punisce il Re Licaone per aver tentato di ucciderlo nel sonno. Ecco le parole di Ovidio:

Atterrito fugge e raggiunta la campagna silenziosa lancia ululati, tentando di parlare. La rabbia gli sale al volto dal profondo e assetato come sempre di sangue
si rivolge contro le greggi e tuttora gode del sangue.
Le vesti si trasformano in pelo, le braccia in zampe: ed è lupo, ma della forma antica serba tracce.
La canizie è la stessa, uguale la furia del volto, uguale il lampo degli occhi e l’espressione feroce

Testo dal Web

Talete ci racconta di persone che, colpite da questa sciagura, si comportavano come lupi: ululavano e si lamentavano cercando di mangiare carne umana. Secondo Petronio esistevano persone dalla duplice pelle, normale di giorno, ma che la notte si rivoltava diventando pelliccia (da cui deriva uno degli altri nomi dei licantropi, ovvero Versipellis). Nel medioevo i presunti licantropi erano così sezionati per verificare che la pelle contenesse peli.

Nel Folklore, si diventa licantropi a causa di fattura o maledizione di magia nera, per cui il licantropo è un lupo senza coda, imperfetto come il diavolo. Maghi e streghe si trasformavano in lupi mannari cospargendosi di un unguento a base di grasso di bambino e cicuta. Nella tradizione slava si diventa licantropi mangiando il cervello di un lupo o bevendo da un orma lasciata in terra da un lupo. Una leggenda italiana ci racconta che si diventa lupi dormendo la notte con il volto illuminato dalla luna piena o per aver bevuto dalla stessa fonte del lupo. Nella tradizione tedesca l’ultima delle sette figlie, o chi nasceva a Natale ( vicino al solstizio di inverno, giorno del male) poteva trasformarsi in licantropo.

Infine, ma non dire a Corday che te l’ho detto, una credenza Slovena del 1500 affermava che il vampiro non fosse altro che il lupo mannaro morto, quindi era ritenuto una trasformazione del lupo mannaro!

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Molto interessante! Ma perché secondo te, di tutti gli animali del mondo, proprio il Lupo la fa da padrone?

Beh, tu hai allevato Lupi Cecoslovacchi per anni, sono sicuro che ne hai subito il fascino, ma se proprio vogliamo dirla tutta, i licantropi in Europa sono lupi, se analizziamo analoghe figure in meso america, ad esempio, è facile trovare i giaguari mannari. Nella tradizione scandinava l’orso sostituiva il lupo e i guerrieri bearsak si coprivano solo di pelle d’orso, per sentirsi invulnerabili e dar così sfogo a una libertà sfrenata senza inibizione culturale e religiosa.

Come vedi, si tratta di una identificazione con un animale pericoloso, forte, un predatore, qualcosa che ha segnato profondamente le vite del popolo nella storia: non esisteva foresta senza branchi di lupi che arrivavano a cacciare bestiame e bambini, lo abbiamo anche visto nel romanzo della Bestia. E’ qualcosa che crea paura, una creatura legata all’oscurità delle notti, un feticcio feroce che volevamo imitare per superare la nostra debolezza umana. Infine è qualcosa di magico, degno di venerazione per la fedeltà che dimostra al branco e alla compagna, con grande capacità di lavorare in gruppo e di sorprendere le prede con tattica e sagacia. A differenza dei cani, i Lupi sono difficili da addomesticare e mantengono sempre un nobile distacco verso il capobranco umano, sempre che ci accettino come capi, è ovvio.

Cosa mi dici della letteratura a tema?

Ah beh, un po’ come per i nostri nemici giurati, le zecche – senza offesa Corday! – anche noi Lupi mannari siamo presenti nella storia fin dall’antichità, ma a noi sono giunti testi medievali, bestiari più che altro, ispirati ai classici greci. Uno dei primi romanzi che parla di licantropi è, lo Scapin di Molière che si trasforma in un lupo mannaro per sfuggire alle trappole, poi abbiamo Miguel de Cervantes, che cita il lupo mannaro in Le opere di Prezzemolo e Sigismunda. In La duchessa di Amalfi di John Webster, Ferdinando è un licantropo che dissotterra cadaveri, ulula e la sua pelliccia è nascosta sotto la sua pelle.

A metà del 1800, la letteratura romantica si arricchisce di soprannaturale, sono gli anni in cui arrivano i racconti gotici e non può mancare Hughes-le-loup di Erckmann-Chatrian o Le Loup Garou di Roger Vitrac, scritto più avanti, nel 1938.

Arriviamo al dopoguerra, al 1947, anno in cui escono due romanzi:  Un re senza spettacolo di Jean Giono, in cui il protagonista è un serial killer lupo e un altro Le loup garou, di Boris Vian, che narra la vita di un lupo condannato a trasformarsi in uomo nelle notti di luna piena, ribaltando quindi la normale credenza per cui fossero gli uomini a trasformarsi in lupi con il plenilunio.

Da quel momento è un succedersi di testi sulla licantropia, da Patricia Cornwell a JRR Tolkien, per poi passare a Harry Potter e a Twil…

No no fermo, per carità, non nominare quella cosa in mia presenza!

Beh allora nomino il maestro Stephen King, che nella sua prolifica produzione ha spaziato in ogni creatura soprannaturale e, se non avesse dedicato un’opera anche a noi, mi sarei offeso. Se mi permetti, vorrei citare due pietre miliari del cinema. La prima è Un lupo mannaro americano a Londra, in cui assistiamo a un licantropo classico, la seconda e qui so che ti scioglierai in brodo di giuggiole, perché è il tuo film preferito, è Lady Hawke, in cui il protagonista maschile, maledetto dal Vescovo di Aguillon, è costretto a trasformarsi in un lupo ogni notte.

Bene, questo è quanto racconta la storia e la fantasia, ma tu chi sei?

Beh, io sono come tu mi hai creato, una creatura soprannaturale dell’universo di Memorie dal Buio. Abbiamo una nostra storia, anche se con diverse versioni, e una lotta interna sulle origini; abbiamo soprattutto le nostre leggi, fatte dai Puri, ovvero coloro che sono nati da genitori licantropi. Si chiamano così per distinguersi dagli Impuri, nati da una contaminazione del sangue, tramite morso per lo più. In fondo è il meccanismo classico di contagio della Rabbia, se ci pensi bene. Io poi ho un ulteriore problema, perché prima di sopravvivere a un morso di licantropo ero anche un Mistico, quindi ora in me vive la doppia natura, una situazione di ibridazione ancora poco conosciuta nell’ambito dei romanzi.

E che, aggiungo io, verrà spiegata tassello dopo tassello. Vuoi parlarci della luna piena?

Il nome ufficiale dei licantropi è Figli della Luna. A differenza di un Puro, che può anche non trasformarsi durante il plenilunio, gli impuri sono obbligati a farlo, è una pulsione incoercibile che ci assale, anche quando proviamo intense emozioni di paura o rabbia. A differenza di quello che dice il folklore però, tutti possiamo trasformarci anche in pieno giorno o in notti di luna diversa. La luna richiama le maree e la fantasia dei poeti, a noi impone di correre per le foreste e liberare i nostri istinti, forse per poterli meglio amministrare durante il resto del mese, avendo questa valvola di sfogo. Correre insieme rafforza il branco, appiana le divergenze e rilassa le tensioni.

Foto dal Web

E i tuoi poteri quali sono?

A parte un certo ascendente sugli altri animali, quello che ci caratterizza principalmente è un miglioramento fisico per quanto riguarda forza, resistenza velocità e capacità di guarigione dalle ferite. I nostri sciamani hanno accesso alle magie naturali della terra e i più anziani e potenti arrivano a sviluppare poteri mentali in grado di modificare ricordi e percezioni negli umani. A differenza delle zecche, non siamo immortali, ma ci è concessa una vita media attorno a 120 anni, con l’invecchiamento rallentato a partire dalla maturità, dai 20 anni.

Quanto ti trasformi, cosa diventi? Cosa provi?

Io che sono Impuro, divento un lupo, ma i puri possono anche scegliere di divenire un ibrido colossale, due metri e mezzo di pura forza, in quella che chiamiamo la forma da Battaglia e che viene tradotta con tanti nomi diversi nel mondo.

La trasformazione non è dolorosa, ci vuole un minuto o due sia divenendo lupo che tornando umano. Quando sono lupo… beh percepisco il mondo in toni di grigio con qualche tocco di rosso, ma la notte vedo molto meglio e tutti i miei sensi, già di per sé acuti, divengono ancora più sensibili. Quello che provo è difficile da spiegare: libertà forse, serenità, ma anche una profonda comunione con ciò che mi circonda, anche se sto per ucciderlo e mangiarlo. Sono sempre io, ho i miei ricordi e i miei pensieri, ma sono anche un lupo e sento il respiro della foresta.

Foto dal Web, Tiano in una tipica giornata “no”

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