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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

I magi

da | Set 16, 2022

Cos’è la magia, se non la capacità di compiere azioni oltre la natura umana? Fedele al principio che ciò che è misterioso è tale solo perché non abbiamo ancora i mezzi per spiegarlo, nell’universo di Memorie dal Buio ho collocato la magia in un ambito particolare: in armonia con la scienza. “Whaaaaat?” direte voi. Ebbene restate connessi, perché subito dopo la foto di copertina, che già vi farà capire cosa intendo, entreremo nel mondo della magia, dei rituali e degli incantesimi e lo faremo con una delle interviste impossibili. Oggi avremo con noi il Sommo Orsini, Principe reggente della Torre di Magia di Roma, che potrete conoscere in Memorie dal Buio – Meretrix, in uscita a Natale 2022.

Foto dal Web

Ta daaaah! Stiamo parlando di Ley Lines o, come preferisco io, semplicemente Leys, per evitare che il nome sembri un assorbente da donna. Parliamo allora della teoria della magia con il Principe Orsini, che ringrazio della sua presenza.

Buongiorno ai profani, cercherò di spiegarmi in maniera concisa e chiara anche per gli ignoranti. Se non capite, fatti vostri.

Ehm, grazie della brutale sincerità Eccellenza, iniziamo con la teoria base della magia.

Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

Sì, d’accordo, ma questo è un postulato scientifico di Lavoisier, molto famoso e riguarda il principio di conservazione della massa.

Ma questo è ciò che accade. Il mago non è altro che un catalizzatore di un’energia che la scienza ancora non ha spiegato e che scorre, eternamente alimentata, nella terra. Sulla sua superficie mostra un reticolo cristallino di enormi triangoli equilateri, ma questa conformazione è tridimensionale e si estende oltre la crosta, fin nel mantello e nel nucleo del mondo stesso. E questi flussi primigeni sono immutabili, potenti ed eterni, specie nei punti in cui i vertici di più triangoli si toccano, creando dei Nodi Assoluti. All’interno dei triangoli poi, altre linee, meno geometriche, più naturali, seguono il corso dei fiumi, le correnti dei mari o le faglie della terra e danno origine a flussi più maneggevoli per noi maghi e, al loro incrocio, a seconda della portata del flusso, Nodi Minori o Maggiori, in cui un mago esperto può anche sguazzare per compiere incanti davvero imponenti.

La domanda è obbligo, Principe, sono i fiumi a seguire i flussi o sono i flussi a prendere forza dal percorso dei fiumi, come da tutti i fenomeni naturali?

Domanda lecita. Secondo la legge primaria del mondo, la legge dell’Equilibrio, è chiaro che le due opzioni si intersecano in armonia. Il flusso di un Ley richiama un’energia altrettanto potente come il corso di un fiume, che segue preferibilmente il suo Ley e, nel momento in cui quest’armonia viene rotta per qualsiasi motivo, può accadere con più facilità una catastrofe, come un’esondazione.

Come possiamo spiegare allora che molti siti religiosi antichi, poi usurpati dai culti successivi, sia che si trattasse di altari che di sepolture, fossero collocati lungo i Leys?

Alcuni luoghi di culto sono stati costruiti dai soprannaturali, ma quelli ideati dagli umani sono stati progettati da… persone che … ehm… avevano del… mh… sangue bastardo, diciamo così.

Conosco la vostra avversione per gli ibridi, Principe Orsini, tuttavia sono esistiti ed esisteranno sempre persone discendenti più o meno direttamente dai soprannaturali, che hanno percezioni amplificate della natura e dei Leys.

Purtroppo… comunque l’epilogo della vicenda, sono siti collocati lungo linee di forza terrestri che traggono potere da essa e fungono da catalizzatore per noi fruitori di magia, che in quei luoghi possiamo trarre più facilmente, in maniera continuativa e abbondante, energia magica.

Foto dal Web

Veniamo ora al punto focale: in che modo l’energia magica viene usata da voi per creare incanti?

Il modo in cui ciascun mago attinge all’energia è strettamente personale, ognuno ha un suo sistema; in ogni caso l’energia va fatta fluire nel proprio corpo e plasmata dalla volontà per il breve tempo necessario a realizzare l’incanto. Così modificata, ordinata e assoggettata viene scaricata e si disperde con l’effetto voluto, dopo il quale torna alla composizione primitiva, una sorta di pulviscolo, venendo poi richiamata sulla terra e riordinata nel più vicino Ley.

E cosa accade se non si fa fluire l’energia? Se io volessi tenerla tutta per me, come una batteria, e usarla poi a mio comodo?

A meno che tu non possieda un artefatto in cui riversarla, non è possibile trattenere nel nostro corpo una quantità troppo grande di energia. Bisogna sempre prendere e donare, accumulare e rilasciare. Come un respiro. So che sei una subacquea, puoi capire bene il paragone se prendiamo come esempio una bombola di aria compressa per immersioni. In quella tanica di alluminio accumuli circa 200 bar di aria. Se la caricassi oltremisura, esploderebbe. Ed è quello che farebbe un artefatto. Ma anche il nostro corpo funziona come un artefatto, può accumulare aria ed energia magica per un piccolo lasso di tempo, solo che deve fare i conti anche con il sistema vivente. Quindi immaginiamo di scendere in profondità respirando normalmente questa aria compressa che, metro dopo metro sott’acqua, aumenta la sua pressione rispetto alla superficie. Immagina quindi di trattenere l’aria e risalire. Cosa ti accadrebbe?

Lesioni polmonari sicuramente. In risalita, l’aria si dilata e aumenta di volume, quindi trattenendo il respiro avrei una sovradistensione degli alveoli che si romperebbero e sanguinerebbero. Tra l’altro se risalissi velocemente trattenendo il respiro fino alla superficie, potrei letteralmente esplodere anche io.

Ed eccoci al nodo fondamentale. Trattenendo l’energia magica succede la medesima cosa. Si esplode, poiché il nostro corpo è incapace di trattenere troppa energia per troppo tempo. Con l’esperienza si riesce a gestire meglio la magia rispetto all’apprendistato, un po’ come i vampiri, che da anziani o antichi riescono a gestire il sangue meglio dei novellini e ne possono accumulare di più nei loro corpi, prima di vederlo strabordare oscenamente dagli occhi e dal naso. Organizzando un rituale si può suddividere l’accumulo di energia tra i partecipanti, che poi andranno a trasferirla contemporaneamente al primo ritualista, che verrà percorso da un flusso pericolosamente vicino all’esplosione, per i pochi istanti necessari all’incanto. In questo modo, si può andare oltre le normali possibilità, a patto di averne la forza fisica e mentale.

C’è un’ultima cosa da dire, vero Principe?

Naturalmente, ma speravo non me la chiedessi. Esiste una filosofia in seno alle Torri di Magia, per cui il sommo e più elevato fine del praticante, è tuffarsi in un Nodo Maggiore o in uno Assoluto e accumulare tanta magia da farsene corrompere. Quello che ne esce è un folle abominio, orrendamente mutato e completamente dipendente dall’energia magica. Noi li chiamiamo Esiliati, poiché i primi predicatori di questa filosofia vennero esiliati dalle torri affinché non corrompessero i maghi.

Voglio ringraziarvi Orsini, per la gentile partecipazione all’intervista impossibile di oggi, avete un ultimo messaggio per i lettori?

Magari molti di voi sono Magi, ma non hanno mai risvegliato il loro dono. Se dovesse accadere, non tentate di trovarci, saremo noi a trovare voi.

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