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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Oggetti impossibili

da | Lug 20, 2022

Gli appassionati di mistero lo sanno perfettamente. La storia ci ha consegnato una serie di oggetti “sbagliati” per forma o uso nel loro contesto storico. Si chiamano OOPArt (Out Of Place Artifacts) e non dovrebbero essere stati inventati o rappresentati. Ma sono davvero oggetti misteriosi, o hanno una spiegazione logica? Vediamoli insieme, analizzando i fatti e la leggenda. La conclusione? Traetela voi! La mia sarà in fondo all’articolo. Organizzerò l’esposizione dividendo i vari OOPArt in tre gruppi: quelli che ancora richiedono analisi scientifiche, quelli dichiarati falsi e quelli perfettamente coerenti col loro tempo.

REPERTI DA ANALIZZARE

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  • Cusco (antica capitale del Perù) e altri siti. Ci troviamo sui monti delle Ande, in una località chiamata Hatun Rumiyoc dove enormi complessi costruiti con blocchi di diorite, pesanti anche diverse tonnellate, sono stati sagomati e modellati con estrema precisione, quasi non umana, per le tecnologie dell’epoca. L’attribuzione che va per la maggiore è che siano degli Incas, nonostante presentino misure spesso colossali, anche nell’altezza delle porte. E’ difficile datare la pietra, in ogni caso il livello di organizzazione sociale e tecnologica per sagomare e movimentare blocchi di tale peso è notevole.
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  • Puma Punku, Bolivia. La “Porta del Puma” è attribuita alla civiltà Tiahuanaco nel 5° e 6° secolo AC, responsabile di diverse costruzioni megalitiche in arenaria.
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  • Nan Madol e altri siti in Micronesia. Ci offre le rovine di un grande tempio in basalto, 90×20 metri, con mura di nove e spesse mezzo metro. Sulle pareti sono tuttora visibili i resti di alcune incisioni che rappresenterebbero molti simboli sacri di Mu, la città nemica di Atlantide. L’edificio presentava canali e fossati, sotterranei, passaggi e piattaforme, e il tutto è chiaramente testimone di un elevatissimo livello architettonico.
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  • Il mortaio con pestello della Table Mountain (California). E’ stato ritrovato nella contea di Tuolumne, in uno strato di roccia risalente al Terziario e datato quindi tra i 33 e i 55 milioni di anni. Nonostante non sia ancora stato ufficialmente analizzato, sull’oggetto non ci sono segni di lavorazione umana quindi sarebbe un caso di modellamento naturale che ha dato questa insolita forma alla pietra.
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  • Le nanospirali. Nel letto del fiume Narada in Russia sulla catena degli Urali, sono state ritrovare strutture spiraliformi lunghe da pochi centimetri e pochi millimetri in rame, tungsteno e molibdeno. gli scienziati sarebbero anche pronti ad analizzarli, ma… non si sa dove siano finiti!
  • I tubi di Baigong in Cina. Si tratta di tubi metallici rinvenuti in una grotta nella provincia di Qinghai, e nelle vicinanze, sono stati accreditati come antiche condutture. Ulteriori studi sono impediti dal fatto che le autorità cinesi usano già il sito come attrazione turistica.
  • Una protesi metallica, in una mummia egizia. Si tratta di una gamba artificiale in ferro, lunga 23 centimetri, infissa nella gamba della mummia del sacerdote Usermontu risalente alla XXVI dinastia egizia (656 a.C. -525 a.C.). Gli archeologi tuttavia ritengono che fosse un’aggiunta postuma, per garantire integrità al corpo in vista della resurrezione.
  • Il Fuente Magna un vaso ritrovato in Bolivia nel 1950 con presunte incisioni in cuneiforme sumero e proto-sumero. Non resta che attendere la parola dei linguisti e la datazione del reperto!

REPERTI ANALIZZATI

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  • La batteria di Baghdad. Datata tra il 250 a.C. e il 250 d.C., è formata da una giara in ceramica contenente una guarnizione di metallo che avvolgeva un cilindro in ferro che a sua volta aveva un tappo in asfalto. Se tra questi strati viene versato un composto acido, produrrebbe un’energia paragonabile a quella della nostra pila Zinco-Carbone. Potrebbe essere stata usata per la placcatura del metallo (per zincarlo e renderlo meno soggetto all’erosione da ruggine), ma altri studiosi ritengono fosse solo un sistema per la conservazione di rotoli di papiro.
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  • Il vaso di Dorchester, Massachusetts (USA) e le pietre di Ica, Perù, raffiguranti scene risalenti a 66 milioni di anni fa sono stati riconosciuti come falsi moderni. Stesso destino per il Martello di London (foto precedente) e il presunto dito umano fossile (foto successiva), risalente a 100 milioni di anni fa e ritenuto, a seconda delle opinioni, un carapace fossile o semplicemente una pietra con una forma interessante. Altro falso è il Papiro Tulli, un documento egizio che descriverebbe degli UFO.
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  • Il Teschio dello Zambia, o “Teschio di Broken Hill”. E’ un cranio umano che si dice risalente a 150-300.000 anni fa che presenta sulla tempia sinistra un foro perfetto, privo di linee radiali, come quello lasciato da una ferita d’arma da fuoco. La scienza ritiene che si tratti di un canino di grosso predatore o un foro artificiale, una sorta di trapanazione del cranio come estremo tentativo di cura.
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  • Geode di Coso, inizialmente datato come antico di 500 000 anni, presentava all’interno un cilindro metallico. Una volta stabilito che il cilindro fosse una candela per motore, non è rimasto che chiarire che la roccia non era un geode vero, ma un grumo di creta.
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  • I teschi di cristallo, attribuiti a civiltà precolombiane, sono in realtà falsi fabbricati a partire dalla seconda metà del XIX secolo.
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  • Le sfere metalliche di Klerksdorp, Sudafrica. Alcuni pensano essere opera dell’uomo, poiché una di esse presenta tre scanalature parallele attorno al suo equatore. Le sfere furono rinvenute in un deposito minerale del Precambriano, datato 2,8 miliardi di anni. Alcune hanno un guscio sottile circa 6 millimetri e mezzo e, quando vengono rotte, le cavità sono riempite con uno strano materiale spugnoso che si disintegra a contatto con l’aria polverizzandosi. A quanto riferisce Roelf Marx (curatore del museo South African Klerksdorp), la sfera in esposizione ruota per conto suo, chiusa in una vetrina da esposizione, senza vibrazioni esterne. I geologi però concordano sul fatto che tali sfere non sono dei manufatti ma sono il risultato di processi naturali.
  • La cosiddetta mappa del Creatore (nota anche come pietra di Daška), ritrovata nella Baschiria in Russia, nonostante sia stata spacciata come antichissima (20 milioni di anni!) e raffigurante delle canalizzazioni misteriose sotto il terreno, non mostra avere reale esistenza.
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  • Dinosauri nell’epoca storica. Le statuette di Acambaro, cittadina nei pressi di Guanajuato nel Nuovo Messico, furono scoperte nel 1945 e raffigurerebbero dei dinosauri tra cui un brontosauro, un anchilosauro e un iguanodonte e datate da analisi scientifiche a circa 2.500 anni fa. Sono considerate dagli antievoluzionisti una prova della contemporanea esistenza di esseri umani e dinosauri, mentre gli archeologi le considerano dei falsi. Sotto, la foto di un dettaglio di uno del templi del complesso di Angkor Wat.
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I dischi di Bayan Kara Ula (internazionalmente noti come dischi dei dropa), che si afferma ritrovati presso la località di Nimu, nella regione cinese del Sichuan, dischi di pietra bucati al centro e interpretati come manufatti extra-terrestri. In realtà furono inventati da David Gamon (che si firmava David Agamon) per vendere il suo libro.

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  • L’elicottero e il carro armato incisi su di un bassorilievo nel tempio di Abido, rivelatisi un’immagine “creata” casualmente dalla sovrapposizione di due strati di simboli.
  • La mappa di Piri Reis (1513), che secondo alcuni rappresenterebbe l’Antartide quando ancora non era conosciuta; è ormai accettato e accertato che raffiguri le coste dell’America.
  • La Colonna di Ferro in India, risalente almeno al 423, una colonna in ferro alta 7 metri dal peso di 6 tonnellate che non è arrugginita nonostante 1600 anni di esposizione al clima monsonico, a causa di una “pellicola protettiva” formatasi come conseguenza dell’uso di materiali con impurità nel processo di fusione.
  • Il modello di Aliante di Saqqara ritrovato in Egitto nella tomba di Pa-di-lmen, risalente al 200 a.C.. È un oggetto molto leggero, presenta ali dritte, che sembrano disegnate aerodinamicamente. Ricostruzioni in scala reale hanno dimostrato che non sarebbe mai stato in grado di volare e nemmeno di planare. Si tratterebbe probabilmente di un giocattolo o di una decorazione riproducenti un uccello stilizzato, una figura classica dell’iconografia egizia.
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  • La città sommersa di Bimini. Negli anni 1960 dei sommozzatori scoprirono al largo dell’isola di Bimini una zona apparentemente pavimentata, con colonne parzialmente abbattute, e si convinsero di aver scoperto Atlantide o un’altra città perduta. In realtà la pavimentazione non era altro che una formazione rocciosa di origine vulcanica simile a quella della Giant’s Causeway irlandese, e i “pilastri” erano comuni bidoni riempiti di cemento indurito, usati come pesi nel vicino porto e in seguito scaricati in mare.

REPERTI COERENTI COL TEMPO

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  • La macchina di Anticitera. E ‘un meccanismo per il calcolo astronomico recuperato in un relitto al largo della Grecia e risalente all’87 a.C. Ben lontano dall’essere un mistero, ha dimostrato dolo che i popoli antichi avevano conoscenze astronomiche superiori a quanto ritenuto finora.
  • L’Isola di Pasqua. Sono ormai spiegati e svelati, i moai, così come i sistemi con cui vennero creati e messi in opera e la successiva catastrofica decadenza di quella civiltà, legata ad uno sfruttamento intensivo delle risorse, fino al loro completo esaurimento. Rimane invece ancora piuttosto controversa l’origine ed il significato della scrittura isolana chiamata rongorongo, di cui esistono poche testimonianze affidabili.
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  • Le lampade di Dendera, oggetti oblunghi nascenti da un fiore di loto e contenenti un serpente, raffigurati in un bassorilievo di un tempio dedicato alla dea Hathor a Dendera. Gli egittologi unanimemente interpretano il disegno come parte della mitologia egizia legata al djed e al fiore di loto. I sostenitori della pseudo-archeologia invece vi vedono grandi lampade collegate con dei cavi a un generatore elettrico. Stesse ipotesi per un altro bassorilievo, sempre nel medesimo complesso, in è raffigurata una sfera con all’interno un fulmine.
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CONCLUSIONI

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Abbiamo visto quanti misteri ancora ci sono al mondo e, al di là di come essi possono stimolare la fantasia, quella di uno scrittore fantasy in particolare, occorre guardare il tutto con logica e separare l’immaginazione dalla realtà. Un mistero resta tale fino a che non viene dimostrato scientificamente il suo segreto, poi va accettato per quello che è. Una cosa che mi dà molto fastidio dei sostenitori delle ipotesi alternative, è la costante denigrazione dell’ingegno umano. L’erezione delle piramidi? Alieni! Le costruzioni in meso america? Alieni! Computo astronomico di Anticitera? Alieni! Rappresentazioni del sole (foto sopra)? Sono ingranaggi!

Foto dal Web
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Le varie statue in giro per il mondo poi non sono che rappresentazioni di alieni con tute spaziali, scafandri o giganti, tralasciando di nuovo genio e fantasia umane nell’inventare storie e nel cosiddetto “problem solving” di cui Leonardo da Vinci fu un precursore a tutti noto, ma che ebbe un valente antenato in Imhotep e chissà quanti altri normali esseri umani con una grande intelligenza, che la storia ha semplicemente dimenticato.

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Forse il proliferare di tante teorie, che rendono complicato qualcosa che è semplice, come l’aeroplanino qua sopra, che in realtà rappresenta un uccello, riflettono la sconcertante necessità di convincersi che esista una civiltà antecedente, superiore o aliena che ha iniziato la nostra civiltà e che tornerà a vedere come ce la caviamo, salvandoci dal degrado che stiamo vivendo.

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Io sono invece una convinta umanista, che attribuisce all’uomo tutti i suoi successi e, per carità, anche tutti i suoi fallimenti. Sono convinta che la storia abbia conosciuto geni e che anche l’uomo primitivo abbia riflettuto su come modificare oggetti e natura per risolvere delle necessità. Sono convinta che l’uomo sia in grado di fare cose straordinarie e chi lo nega con la sola scusa che lui stesso non lo saprebbe fare, sta compiendo il più grande errore di valutazione!
Una sola cosa mi lascia perplessa e sarà oggetto di un prossimo articolo: gli uomini con ali!
A presto dunque nella finestra sui misteri e l’occulto!

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