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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Diario di Satana – Leonid Andréyev

da | Mag 30, 2024

Foto dal Web

Ho acquistato questo libro un po’ per il titolo intrigante, un po’ perché vivamente consigliato in un gruppo Facebook di lettura. Direi che il detto “De gustibus non est sputacchiandum” è proprio valido! O forse era “non est disputandum”? Sebbene fossi preparata a un testo di inizio 1900, per di più di un drammaturgo russo, di certo non mi aspettavo una storia così stramba. Non è lusinghiero, lo so. E per alcuni quello che avevo tra le mani è un capolavoro, ma…

Leggiamo insieme una delle tante quarte di copertina: Cosa accadrebbe se il grande Satana, principe dell’inferno e del male, decidesse di trasferirsi per quattro mesi nel mondo terrestre, con le sembianze di un ricco americano? Potrebbe forse rimanere sconvolto dalla malvagità dell’umanità? Oppure riterrebbe di avere ancora molto da fare? E se si innamorasse? Un viaggio nel mondo dell’uomo senza precedenti, e soprattutto una visione capovolta ed intrigante che tiene avvinti fino all’ultima pagina.

E fin qui tutto bene: ci sono i presupposti di una trama avvincente, stuzzicante, intrigante perfino e ci si appresta a leggere quello stile vetusto e colto con la disposizione mentale con cui si approcciano rispettosamente i grandi classici.

Il problema sorge quando il nostro Satana emerge come una figura piena di contraddizioni, che tende a divenire umano al passare del tempo dentro il corpo incarnato che ha scelto di parassitare. E per carità, è accettabile che ci possa essere un qualche rovescio della medaglia in questa possessione, tanto che il suo demone servitore che lo accompagna, Toppy, addirittura perde la coscienza di sé e di cosa fosse.

Ecco forse questo è un po’ troppo per una purista del soprannaturale come me, che può ammettere una graduale discesa negli jnferi per un personaggio che sta per tradire tutto ciò che è stato, ma che avrebbe dato maggiore dignità a Satana e a un demone, ridotti invece a due macchiette succubi dell’umanità, piene di mancanze e di desideri da colmare.

Il romanzo è narrato sotto forma di diario dal punto di vista di Satana stesso, incarnato nel magnate americano Wandergood, alla ricerca di un modo per usare la sua immensa fortuna. Ed eccolo cercare scuse per circondarsi di persone, ascoltarle supplicare per avere denaro e valutare chi rendere immensamente felice e miliardario. Proprio lui critica arrivismo, avarizia e i difetti degli umani, mostrandosi anche più generoso, altruista e “umano” di loro.

Niente poteri soprannaturali, niente magia o trucchetti per questo Satana che ama baciare il suo segretario Toppy “sul cocuzzolo” e che si invaghisce di una ragazza italiana, una certa Maria, che vive insieme all’anziano padre, Tommaso Magno. Satana è attratto tanto dalla bellezza virginale di Maria, che paragona alla Madonna stessa, che dall’arguzia e dal disincanto con cui Magno parla con lui del mondo da cui si isola.

Essere misantropi non è un difetto, ma dovrebbe mettere un campanello d’allarme, cosa che non fa Satana che, “sentendo” le pulsioni e le necessità di Wandergood, perduto da qualche parte dentro di lui, si apre all’umanità mentre in parallelo Magno vi si chiude. E in tutto ciò, quando arriva Maria, il diavolo balbetta come un adolescente alle sue prime cotte.

Il trio diviene sempre più unito, tra gite in calesse lungo le strade di Roma e nottate passate a bere e filosofeggiare, fino al punto in cui Satana affida a Magno tutto il patrimonio, in cambio della mano di sua figlia.

Ed ecco che il lettore viene trascinato in una successione di eventi che portano allo sconcertante epilogo che mi ha fatto chiudere il libro con un “mah…” grande e luminoso sopra la testa.

Ben cosciente che i romanzi in prima persona hanno lo straordinario pregio e difetto di mostrare un unico punto di vista, nel caso di Diario di Satana è assolutamente funzionale ai due scopi dell’autore: mettere in risalto la corruzione di Satana verso un’umanità cortese, amabile e generosa e mostrare come quella stessa umanità possa essere doppiogiochista e falsa, così abile nell’ingannare il prossimo con la più vasta “picarata” mai concepita, da poter far fesso anche Satana.

Ecco, un Satana così a me piace poco, ma concordo che era funzionale che il protagonista fosse proprio un “pezzo grosso”, perché così la caduta dalla grazia dell’angelo “portatore di luce” è completa e ancora più rumorosa.

COME LEGGERLO:

Luogo: All’alba, mentre il sole sorge sulla campagna romana

Tempo: primavera

Sapori: uva matura e fichi, tramezzini nei cestini da merenda

Profumi: whisky

Musica: Dmitrj Shostakovic – Second Waltz

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