I poemi epici non hanno mai le donne come protagoniste, ma narrano di guerre ed eroi, battaglie e viaggi. Iliade, Odissea, Eneide ci hanno abituato a uomini forti e coraggiosi e a donne sballottate dal destino e dai loro mariti. La storica Nathalie Haynes ribalta la situazione col suo romanzo, in cui Calliope, la musa della poesia, invocata da un generico “lui” che possiamo identificare con Omero, invece di mandargli immagini del “pelide Achille”, gli offre la visione della fine della guerra di Troia da un nuovo punto di vista, quello delle donne, relegate sempre nell’ombra dei guerrieri.

I capitoli del libro sono intitolati di volta in volta alla protagonista di cui seguiamo piccoli stralci di vita nei giorni e nelle settimane seguenti alla caduta della città a causa dello stratagemma di Odisseo e del famoso Cavallo farcito di soldati della coalizione ateniese: Calliope la musa, le donne troiane prigioniere (prima insieme, poi quando vengono spartite tra i generali di Agamennone, una alla volta), Penelope, Cassandra, ma anche le dee (Era, Atena, Afrodite).
La Haynes ci mostra le vite e le morti, a volte eroiche, a volte insensate delle donne della Guerra di Troia, espandendo le vicende che Omero ha lasciato sottintese, al margine, relegate a un “venne uccisa da… venne giustiziata così…”
E lo fa con una prosa fruibile e leggera, che predilige il fatto alla descrittività degli ambienti e che pecca solo a tratti nel farci comprendere la consequenzialità degli eventi.
COME LEGGERLO:
Luogo: su una scogliera in riva al mare
Tempo: estate
Sapori: olive kalamata e tzatziki
Profumi: mirto e ginepro
Musica: Musica greca antica
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