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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Il profumo – Patrick Süskind

da | Nov 28, 2023

Foto dal Web

Cosa c’è di più evocativo e stordente di un odore? Personalmente ho provato emozioni travolgenti a causa di profumi e olezzi e, più di altri sensi, è l’olfatto quello che mi ha dato le sorprese più inaspettate, dalla sensazione di appartenenza, quando ho conosciuto colui che è diventato mio marito, a vere ispirazioni artistiche, mentre annusavo un panetto di ambra, fino alla sensazione di appartenere a luoghi diversi, a tempi diversi, il giorno in cui aprii per la prima volta un cofanetto porta gioie, facendomi investire dall’odore che conservava al suo interno.

Vediamo insieme la quarta di copertina: “Jean-Baptiste Grenouille, nato il 17 luglio 1783 nel luogo più puzzolente di Francia, il Cimetière des Innocents di Parigi, rifiutato dalla madre fin dal momento della nascita, rifiutato dalle balie perché non ha l’odore che dovrebbero avere i neonati, anzi perché “non ha nessun odore”, rifiutato dagli istituti religiosi, riesce a sopravvivere a dispetto di tutto e di tutti. E, crescendo, scopre di possedere un dono inestimabile: una prodigiosa capacità di percepire e distinguere gli odori. Forte di questa facoltà, di quest’unica qualità, Grenouille decide di diventare il più grande profumiere del mondo, e il lettore lo segue nel suo peregrinare tra botteghe odorose, apprendista stregone che supera in breve ogni maestro passando dalla popolosa e fetida Parigi a Grasse, città dei profumieri nell’ariosa Provenza. L’ambizione di Grenouille non è quella di arricchirsi, né ha sete di gloria; persegue, invece, un suo folle sogno: dominare il cuore degli uomini creando un profumo capace di ingenerare l’amore in chiunque lo fiuti, e pur di ottenerlo non si fermerà davanti a nulla.

Così come esiste l’orecchio assoluto in musica, ovvero la capacità di distinguere e riprodurre perfettamente qualsiasi nota, così l’autore offre al suo protagonista, Jean Baptiste Grenouille, un olfatto assoluto, tanto fine, da causargli profondo stordimento in caso di odori intensi, specie di origine umana. Come contropartita, come abbiamo letto dalla quarta di copertina Grenouille non ha un odore proprio, ma il suo difetto peggiore non è questo, ma quello di essere privo di empatia e sentimenti. Comunque la mancanza di un odore proprio è la causa del rifiuto che il mondo ha verso di lui, perché lo fa apparire strano, alieno agli altri uomini che, più o meno consciamente, si basano sull’odore delle persone per “conoscerle” e provare attrazione o repulsione “a pelle”, come si dice.

L’infanzia infelice e la privazione del contatto umano, gentilezza ed educazione a un’etica accettabile, conducono il ragazzo a un isolamento sempre più profondo e alla repulsione verso l’umanità, eccezion fatta per una ragazza, dal cui odore Jean Baptiste è stregato al punto da ucciderla per poterla annusare voracemente. La decisione è presa e il giovane vuole passare da garzone in conceria (dove riesce a lavorare nonostante il puzzo che dovrebbe stordirlo, perché gli altri non si accorgono che lui non ha odore, visto che tutto puzza) a profumiere e si fa assumere da un famoso artigiano del campo, che però sa solo praticare la distillazione.

Grenouille intuisce altre vie e, per apprenderle, compie un viaggio verso Grasse, ma tra periodi onirici trascorsi in solitudine in una montagna (dopo Sette anni in Tibet, ecco Sette anni a Plomb) e deviazioni, fisiche e mentali, il ragazzo capisce da un lato di non avere un odore proprio (alla buon’ora) e dall’altro che quando si profuma con un odore “umano” artificiale, la gente non lo scansa più, ma lo tratta normalmente. Ecco allora l’idea: creare un profumo che soggioghi la mente delle persone, il loro inconscio, al fine di farsi amare e idolatrare.

Appresa la tecnica dell’enfleurage, ovvero l’estrazione degli odori per immersione nel grasso, il ragazzo affina il suo prodotto uccidendo ancora e ancora, per estrarre l’odore umano dopo aver cosparso le vittime di grasso e aver grattato via ciò che resta impregnato soprattutto sulle ascelle, il capo e i genitali. Dopo oltre venti omicidi è pronto a creare la fragranza sublime e il suo ultimo ingrediente è una ragazza il cui odore gli appare ancora più celestiale rispetto alla prima vittima. La città di Grasse è terrorizzata da questo misterioso Serial Killer, la cui ascesa nella tecnica procede di pari passo con la discesa nell’abisso.

Perversioni, decadenza, carnalità, orrore, vanno gonfiandosi come una pustola purulenta fino all’epilogo, cruento e perfettamente in linea con tutto il ritmo del romanzo.

Come Best Seller merita un posto nella classifica, è scritto bene ed è adatto a quei momenti in cui si voglia leggere qualcosa di disturbante, ma a me non è piaciuto completamente: ha dei momenti di calma piatta nella trama e di eccessiva lentezza nel ritmo che non sortiscono l’effetto di una sospensione onirica, quanto piuttosto di un peso al piede che trascina a fatica l’impalcato dei fatti. La parte “scientifica” poi mi ha richiesto una enorme sospensione della credibilità per accettare le causalità proposte e questo fa rientrare il libro in quella “scaffalatura” particolare della mia biblioteca che contiene quei testi che sono affascinanti per il potere evocativo della prosa, più che per i contenuti. Il personaggio di Grenouille è convincente nella sua lucida follia e questo salva molte parti zoppe.

COME LEGGERLO:

Luogo: tra i vicoli di antichi borghi

Tempo: primavera

Sapori: marmellata di frutti di bosco

Profumi: ambra grigia

Musica: Albinoni, concerti di Oboe

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