Cosa succederebbe se qualcuno davvero ascoltasse i nostri desideri più nascosti e si offrisse di esaudirli? Ovviamente noi saremmo davvero le persone più felici al mondo, anche se ci sarebbe subito da chiedersi cosa dovremmo pagare in cambio. Poiché, è chiaro, nessuno regala nulla. In questo thriller dal sapore horror con tocchi di soprannaturale, la domanda trova la sua risposta nelle pagine tratteggiate dalla mano dell’autore. Ecco la quarta di copertina:
Giorgio Belvisi è un bell’uomo di sessant’anni, ricco e stimato neurochirurgo, con una certa facilità a trovare giovani amanti. Tutto, nella sua vita, sembra andare per il verso giusto, finché un segreto emerge dal suo passato, qualcosa di talmente inconcepibile che lui stesso sembra averlo cancellato dalla memoria. L’accusa di aver ucciso la sua giovane amante è solo il minore dei problemi, vista l’incredibile sequela di accuse che improvvisamente gli piovono addosso. Ma che cosa lega Giorgio a un prete della provincia siciliana, dilaniato da dubbi di fede e in perenne conflitto con i mostri generati dall’alcol di cui è divenuto schiavo? E perché proprio il commissario di Polizia che lo dovrebbe incriminare, è invece l’unico che non lo ritiene colpevole? In un crescendo di tensione, ci si avvicina al confronto finale, dove il male assoluto tenterà di porre il suo sigillo infernale.
Il romanzo è diviso in due parti distinte: la prima in cui la vicenda di Belvisi è il nodo centrale, con il tentativo di ricostruire tanto l’omicidio della sua amante, che gli strani fatti avvenuti in un locale gotico di dubbia fama nella provincia di Roma, il Régarde des Deux e la seconda che ha al centro le vicende del prete e di quello strano, inquietante piccolo paese.
Solo nei capitoli finali le due vicende si intrecciano e i misteri vengono svelati, ma intanto molti morti sono caduti tra le pagine e molto sangue ha colorato le fitte righe. Tutto ruota attorno all’enigmatica figura di Monique Réelles, a errori di gioventù e desideri proibiti, follie, alcool e droga che giungono a presentare il loro conto vent’anni o anche quarant’anni dopo.
Un corollario di pazzia, illeciti propositi e mancanza di morale guidano le azioni dei protagonisti che naufragano negli eventi senza alcun controllo su di essi, subendo gli strattoni del “destino” (chiamiamolo così per non fare spoiler) mentre corrono a capofitto verso un epilogo già scritto, di cui si apprezza l’amaro nel centro della lingua ancor prima che inizi la lettura delle ultime pagine.
Ma in fondo il mondo è così, non è mai giusto o col lieto fine e gli errori si pagano, prima o poi, e con tanto di interessi. Personalmente mi sono trovata a pensare (e dire ad alta voce): “Ma perché fa così! Dovrebbe fare cosà!” pensando di trovare io, da lettore esterno, la soluzione ai problemi. Eppure, pensandoci dopo, ho capito due cose: intanto se io mi incazzo con un personaggio, vuol dire che quel personaggio ha toccato nel segno, è giunto laddove doveva arrivare e poi mi viene mostrato il vissuto di qualcuno diverso da me, che non ragiona come me e che può cadere in una tentazione o in una dipendenza, proprio perché viene da un vissuto diverso e ha una forza d’animo differente.
Obliquo inferno è un romanzo che mi sento di consigliare, raccomandando di non farsi destabilizzare dal cambio repentino di personaggi a metà del libro, perché tutto ha un suo motivo.
COME LEGGERLO:
Luogo: su una panchina in un parco di Roma o in un piccolo paesino siciliano
Tempo: primavera
Sapori: Un cocktail da discoteca, complesso e pericoloso
Profumi: zagare
Musica: Russia 4K
Grazie 1000 della bella recensione 🙂