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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Il paradosso di Achille

da | Ago 23, 2023

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Achille fu un eroe greco, le sue imprese fanno parte del mito come pure la sua immortalità, guadagnata grazie alla madre, la ninfa Teti, che lo immerse nelle acque del fiume Stige, per ovviare al problema che suo padre, il nobile Peleo (da cui il titolo di Achille, pelìde), fosse umano. Il mito narra che Teti, per questa particolare abluzione benedetta, tenne il neonato per il tallone destro, in modo da immergerlo a testa in giù nelle acque. Al di là del valore pedagogico di questa madre che affoga il figlio in un fiumiciattolo da niente come lo Stige, resta il fatto che quel tallone rimasto fuori dall’acqua divenne l’unica parte vulnerabile del nostro eroe. E dove venne dunque colpito dalla freccia assassina (e avvelenata, giusto per essere sicuri) di Paride?

Esatto! Proprio sul tallone! Si dice che la freccia fosse stata guidata dagli dèi avversi, in ogni caso questa leggenda mi permette di affrontare un tema spinoso nella letteratura. Achille è famoso anche per il paradosso della Tartaruga, ovvero quella teoria per cui Achille, sebbene “pié veloce”, volesse raggiungere in corsa una tartaruga, non potrebbe mai, perché nel momento in cui lui arrivasse alla posizione della tartaruga, lei sarebbe avanzata di un altro piccolo passo e così via, tendendo all’infinito. Ma non è di cheloni e corse campestri che parleremo, né del fatto che in medicina, il tendine di Achille (che è quel tendine che parte dal tallone e risale posteriormente alla gamba, dando poi origine ai muscoli del polpaccio) nei secoli, ha dato origine al modo di dire “avere un tallone d’Achille”. Il che significa avere un punto debole, qualcosa contro cui la persona non può lottare e dal quale non può emanciparsi e che può venire usato contro di essa.
Nella mia analisi odierna, invece, lo definisco un “paradosso”, perché?

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Durante la stesura di un romanzo, quando dobbiamo trovare la soluzione a un “conflitto”, sia esso fisico o psicologico, un intreccio di fatti o una trama poliziesca, ci occorre dare logicità e coerenza agli avvenimenti, ai movimenti della lotta e alle scoperte dei personaggi. Nel momento in cui la soluzione prospettata ci appare incoerente o la strada scelta dai personaggi non è la più logica, ci troviamo di fronte al paradosso di Achille. Ma cosa c’entra l’eroe con la trama di un romanzo?

Ebbene, nessuno di voi si è mai posto la domanda sul perché Teti non fece poi cambio di piedino, in modo da immergerlo tutto? Il paradosso è proprio questo, ovvero scegliere un’azione incoerente, trascurandone un’altra che invece sarebbe stata logica e funzionale. Perché quel personaggio non ha sparato subito? Perché quell’altro si è separato dagli altri per esplorare l’antro del mostro? Perché Daenerys Targaryen, dopo tutte le stagioni in cui era evoluta come paladina del popolo, difensore degli oppressi e degli schiavi, decide di dare a Drogon il Dracarys e radere al suolo una città liquefacendo i cittadini innocenti nel giro di una puntata?

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A volte ci troviamo davanti a una serie di domande sulle scelte di trama degli scrittori e non possiamo fare altro che prendere atto della presenza di un paradosso: per far progredire la trama, serviva che il personaggio facesse la scelta sbagliata. Daenerys doveva morire e non si trovava un modo per farlo. Ed eccola che diventa il nuovo Villain.

Per rendere l’eroe Achille parte del mito e dargli una morte gloriosa, serviva che avesse il suo punto debole. Se Achille non fosse morto in quel modo, il suo mito avrebbe avuto lo stesso peso nella letteratura? Difficile, visto quanto ai greci piacessero le morti e le battaglie, i conflitti e le situazioni insuperabili. Tanto poi avevano il “deus ex machina”, ma di questo parleremo in un altro articolo.

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Un paradosso di Achille potrebbe anche essere non voluto, se all’autore non è proprio venuta in mente una soluzione alternativa e logica, mentre a noi lettori è invece risultata lampante. Come possiamo salvare i nostri testi da paradossi di Achille voluti o non voluti? L’importante è cercare di giustificare la scelta nella maniera più logica possibile o facendo appello alla concitazione degli eventi, instillando il dubbio nel personaggio stesso: “Avrò fatto la cosa migliore? Eppure altro non ho potuto pensare così in fretta!”

Un paradosso di Achille è sempre in agguato nelle trame, ma con un poco di attenzione e magari un confronto con più beta reader e editor, può essere evitato. Enjoy!

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