BLOG LETTERARIO

LIBRI, AUTORI, CURIOSITA’ E MISTERI DAL MONDO

“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Organizzare un romanzo

da | Dic 28, 2021

Foto archivio Alamy sul Web

Insieme alla trama e ai personaggi, l’altro punto cardine per un romanzo di successo è la capacità di scrittura. Analizziamo insieme gli errori da non commettere.

ERRORI di LINGUA

1 Grammatica. Non dovrei neanche commentare. Se non si sa scrivere in italiano, meglio riprendere in mano un testo scolastico e studiare. Chiunque può avere sviste, per carità, ma un conto è un errore singolo di stanchezza, un conto sono reiterate manifestazioni di completa ignoranza della lingua madre.

2 Stile. A parte la fruibilità del testo narrato, l’altro errore sta nei dialoghi, punti dolenti di molte produzioni letterarie. Il dialogo deve essere commisurato al periodo storico e all’estrazione sociale e cultuale dei personaggi, deve poterci far capire chi stia parlando in quel momento e deve aggiungere qualcosa di nuovo o utile al progredire della storia senza perdere in coerenza ed equilibrio.

3 Spiegone. Che siano in forma di Flash Back o di narrazione, i lunghi paragrafi esplicativi possono essere necessari all’interno di un romanzo. Alcuni editor e alcuni autori li aborriscono. Personalmente li trovo utili per offrire al lettore degli spunti di riflessione, in modo che si metta in gioco lui stesso per prevedere il proseguo dell’intreccio. L’importante è che non se ne abusi, perdendo di vista il fine per cui li dobbiamo inserire. Esistono alcuni escamotages che possono essere usati per inserire “spiegoni” mascherandoli e rendendoli meno pesanti. Uno di questi è far progredire la storia su due binari paralleli, passato e presente, in modo che man mano emerga il presente in relazione agli avvenimenti del passato. Un altro modo è la missiva, ovvero uno scritto lasciato da un personaggio a un altro. Metodi meno eleganti poi sono i sogni, le visioni, i flash back o i racconti dei personaggi. In un modo o nell’altro, quando uno “spiegone” deve essere inserito, l’autore dovrà ingegnarsi a renderlo fruibile.

4 Punteggiatura. Andrebbe sotto il paragrafo grammatica, ma è talmente importante e mal considerata, che preferisco insistere. Lungi da me insegnare come si metta la punteggiatura corretta, segnalo solo che alcuni editor sono allergici ai due punti esplicativi. Si tratta di quelli che ci hanno insegnato a mettere prima di un elenco. Mi sono vista correggere un testo segnalando tutti i due punti, tranne quelli prima di un dialogo. Il motivo era che secondo l’editor, non fosse elegante l’elenco. La mia opinione è che se i due punti nella lingua italiana ci sono, nella giusta maniera vanno usati e non dimenticati.

5 Avverbi. Sugli avverbi potremmo disquisire un’ora intera, non di più o sentirei di aver sprecato tempo, ci sono cose ben più divertenti da fare che logorarsi sugli avverbi. Anche in questo caso ho assistito a vere rappresaglie contro gli avverbi, orde di revisori incancreniti sulla necessità di eliminarli tutti, piazze piene di No Avv che protestavano per la libertà di non doverli usare nelle frasi composte. Come è facile intuire, la mia posizione è su un equilibrio talmente pacifico, che Anubi non mi invita mai alla pesatura dei cuori dei morti. Con me la bilancia non pende mai. L’avverbio esiste nella lingua italiana? Sì. Bene, usiamolo, ma nel mondo corretto, ovvero quando proprio non è possibile sostituirlo con una frase. E’ pur vero che tutti gli avverbi possono essere sostituiti, ma a volte per farlo si allunga ed appesantisce il periodo che, invece, con un bell’avverbio scelto ad hoc, sarebbe scorrevole.

6 Papiri e telegrammi. Sebbene io sia fanatica dell’Egitto antico in ogni sua declinazione, nella letteratura i papiri, ovvero quei lunghi paragrafi che diventano dei veri Wall of text, con tante frasi subordinate, mi vanno indigesti. A volte mi sono trovata a prendere il lapis rosso e blu per fare l’analisi logica delle frasi nel tentativo di trovare un soggetto e, molte lettere dopo, il suo povero verbo! D’altro canto anche le frasi telegrafiche, ottime per i momenti incalzanti della narrazione, se sono l’unico reperto nel romanzo, mi fanno desiderare l’eutanasia delle pagine e la loro tumulazione.

7 Vocabolario. A volte un semplice testo da 12 euro al superstore può salvarci la vita e la carriera. Si tratta del Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari. Sebbene abbia visto più volte in testi da recensire l’errore di usare parole con un significato sbagliato, per fortuna la maggior parte delle volte il problema è solo una mancanza di varietà nel lessico. Personalmente non credo all’ultima statistica che prevede che una grande percentuale di studenti di un liceo inglese conosca solo 400 parole. Mi pare davvero esagerata e sottintenderebbe una ignoranza galoppante molto più preoccupante del previsto. Devo tuttavia ammettere che, in effetti, la proprietà di linguaggio delle ultime generazioni sta declinando.

8 Accuratezza. Un giorno, parlando con un altro giocatore di ruolo, chiesi la spiegazione di una magia particolare trovata nell’avventura. La cosa non aveva senso per me, ma quando lui mi rispose, tutto fu chiaro: “Cazzo vuoi, è magia!” Ebbene possiamo riderci sopra, ma quando scriviamo anche della cosa più fantastica al mondo come un biunicorno ciclope, sarà sempre meglio avere un fondo di verità e di rigore inattaccabile, in modo che la trama non abbia falle. A maggior ragione il rigore deve esserci in un testo che contiene scienza e storia.

9 Impaginazione. Per alcune recensioni ho perso diottrie per seguire un testo non allineato correttamente. Per la sanità mentale di chi vi legge, sia che offriate il lavoro a un editor per la pubblicazione con Casa Editrice, sia che scegliate il Self publishing, usate uno stile fruibile a partire dalle virgolette/caporali nei dialoghi, agli espedienti per i pensieri o i flash back, ai caratteri e le interlinea.

10 Illustrazioni. C’è chi le odia, c’è chi le adora. Indovinate? Io sto nel comodo mezzo. Va bene inserire un’immagine, se è indispensabile nel testo e non può essere messa come copertina o seconda o terza di copertina. Ma questa immagine deve essere pertinente al testo, adeguata nello stile e ridimensionata in modo da adattarsi alle misure di stampa del volume, pur mantenendo la sua nitidezza e la sua comprensibilità. Mi sono trovata a dover eliminare una mappa molto importante dalle pagine della Bestia, proprio perché, una volta rimpicciolita per il formato della pagina, sarebbe stata inutile perché avrebbe perso tutti i dettagli.

0 commenti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi