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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Destabilizzare il protagonista

da | Mar 8, 2022

Foto Pinterest

Il protagonista o il gruppo di protagonisti è indiscutibilmente il punto di riferimento di un buon romanzo. Attraverso le loro vicende possiamo far appassionare il pubblico alla storia e quindi la loro definizione e il ruolo dentro la trama sono un punto caldo, a volte dolente, che dobbiamo curare in maniera particolare.

In un articolo precedente abbiamo imparato come caratterizzare un personaggio in modo da farlo emergere a tutto tondo e poi riuscire a interpretarlo. Ora impariamo a metterlo nei guai.

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Un personaggio deve avere un motivo per muoversi e imbarcarsi nella trama che, per comodità, da qui in avanti chiameremo Quest, con un termine preso in prestito dal gioco di ruolo.

Foto dal Web

Vediamo una schematizzazione:

  • ATTIVO: il personaggio sceglie di partecipare alla Quest per un motivo etico o morale che non può non ascoltare:
  • senso del dovere/onore
  • privazione (di un oggetto, di una sicurezza o di un affetto)
  • interesse professionale o hobbistico
  • PASSIVO: il personaggio è costretto dagli eventi a partecipare alla Quest:
  • dislocazione spazio/temporale
  • mutamenti sociali (familiari e pubblici) o climatici
  • alterazione di fisiologia e/o anatomia
Foto Sito Carica Vincente

L’immagine che troviamo sopra, rappresenta la PIRAMIDE DI MASLOW, dal nome dello psicologo che l’ha messa a punto nel secondo dopoguerra. Alla base vediamo il bisogno primario, ovvero la sopravvivenza, per poi salire di livello (per un totale di cinque), individuando priorità sempre più complesse e difficili da ottenere.

Ogni persona può completare i piani della piramide con le proprie priorità, dunque il nostro protagonista va identificato anche secondo questa modalità, in modo da capire cosa togliergli, per far sì che si muova nella nostra Quest. C’è da puntualizzare che ogni bisogno ha diversi gradi di soddisfazione che possono variare nel corso della vita, così come ci sono diversi livelli di appagamento.

Vediamo il dettaglio di alcune possibili divisioni: mancanza/crescita e primari/secondari eccetera:

BISOGNI DA MANCANZA: Riguardano i primi tre livelli e sono dovuti alla deprivazione di qualcosa, che spinge quindi le persone ad agire per procurarsela e la motivazione per raggiungere questo scopo cresce quanto più è intensa o prolungata la privazione.

BISOGNI DI CRESCITA: Riguardano gli ultimi due livelli e sono imputabili a una volontà di miglioramento (crescita) del personaggio fino a raggiungere, nel momento in cui tutti i bisogni siano stati appagati, il livello più alto, ovvero l’autorealizzazione.

BISOGNI PRIMARI: Riguardano la sopravvivenza e sono riassunti nelle prime due sezioni in basso.

BISONGI SECONDARI: Riguardano le altre tre parti e iniziano a venire perseguiti quando i primari siano stati soddisfatti almeno per la maggior parte.

BISOGNI PSICOLOGICI: Riguardano specificamente il terzo e quarto livello.

BISOGNI SOCIALI: Riguardano il terzo livello.

foto Pinterest

1. Fisiologia

Riguarda tutto ciò che ci occorre per vivere: aria, acqua, cibo, sonno, sesso (inteso come necessità di riprodursi). Sono termini che rientrano in un concetto più ampio detto Omeostasi, ovvero il raggiungimento della stabilità, dell’equilibrio fisiologico. Questo può aiutare molto uno scrittore nella definizione dei comportamenti degli individui condotto all’estremo delle privazioni attraverso prigionia o carestia e spiega come mai le regole della civiltà vengano scardinate in caso la scala dei bisogni sia in crisi fin da questo primo gradino. Possiamo applicare questo gradino anche al comportamento animale.

2. Sicurezza

E comprende quella personale, ovvero un luogo sicuro in cui vivere, per poi spaziare in necessità più complesse, come quella finanziaria (lavoro – sia per presenza del lavoro che per soddisfazione nel lavoro- e disponibilità economica), salute e benessere, protezione della famiglia.

3. Appartenenza

Apre il mondo dei bisogni sociali che vediamo riassunti nell’elenco e che, se non soddisfatte, generano intoppi psicologici come solitudine, depressione e ansia.

  • Amicizia;
  • Relazioni amorose;
  • Famiglia;
  • Gruppi sociali;
  • Chiesa e organizzazioni religiose.

4. Stima

Indica la necessità di essere apprezzati e rispettati, di raggiungere una soddisfazione come autostima e senso di valore personale, anche in funzione di un impatto positivo sugli altri e la società ingenerale. In questa categoria infatti ci sono:

  • autostima;
  • autocontrollo;
  • realizzazione;
  • rispetto reciproco.

5. Autorealizzazione

Per citare proprio Maslow: “Quello che un uomo può essere, egli deve essere“. In pratica egli indica una definizione come completo uso e sfruttamento dei propri talenti, capacità e potenzialità, il che presuppone, specie se stiamo scrivendo di un personaggio in crescita, in evoluzione personale, che egli giunga alla completa comprensione di questo potenziale. condizione necessaria, ma non sufficiente a questo obiettivo, è che gli step inferiori della scala siano stati realizzati.

Foto sito Carica Vincente

Esiste poi una versione estesa della piramide, in cui vengono aggiunti Conoscenza e la ricerca dell’Estetica prima dell’autorealizzazione mentre, al di sopra di essa, viene introdotto il concetto di Trascendenza, come la scoperta e l’accettazione di bisogni puramente spirituali. Questo non riguarda solo la religione, ma anche un concetto più ampio di senso di appartenenza a un flusso temporale o naturale di cui ci riconosciamo parte.

In conclusione, il nostro personaggio deve essere definito nei suoi bisogni, va collocato in un punto nella piramide e poi gli vanno erose le fondamenta sotto i piedi, in modo che la Quest e il suo stesso agire dentro la trama acquisiscano spessore e, soprattutto, coerenza.

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