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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

La Bestia di Cusago

da | Nov 26, 2021

Foto dal Web

La Bestia di Cusago è stata la fonte di ispirazione per il romanzo fantasy storico Memorie dal Buio – La Bestia. Ormai sono rimasti pochi vecchi del paese a ricordarlo, ma quando ero piccola, negli anni ’80, era frequente sentirsi dire: “Non andare là, c’è la Bestia che ti mangia!” E questo dimostra quanto i fatti avvenuti duecento anni prima, nel 1792, ancora fossero vividi nella mente di chi viveva a Cusago, Monzoro e Cisliano, i paesi direttamente confinanti con ciò che resta della grande foresta che, un tempo, si stendeva, fitta e misteriosa, dalla periferia di Milano fino al fiume Ticino.

Era tagliata solo da pochi paesi sparsi, qualche strada commerciale ed era costellata di cascine e piccole rocche usate come riserva di caccia dei signori di Milano. Per gli spostamenti, piuttosto che scomode e traballanti carrozze su strade sconnesse, i nobili preferivano usare il “naviglietto”, una propaggine navigabile del grande naviglio progettato da Leonardo Da Vinci, che emergeva da Trezzano e, con un ampio anello, portava i Visconti e poi gli Sforza fino al Castello di Cusago, loro residenza per l’estate e nei periodi di epidemie.

Nell’estate del 1792 una serie di omicidi efferati terrorizza gli abitanti della provincia. Vengono colpiti sempre i bambini, che vengono ritrovati orrendamente mutilati. Inizialmente si dà la colpa a un lupo, poi a un licantropo, poi a una bestia mitologica; fatto sta che, nonostante le battute di caccia coi volontari armati, le trappole, le taglie generose e la vigilanza, per tre mesi le vittime si moltiplicano e tutti gli “X-files” del caso si ammassano sulla scrivania del responsabile delle indagini: Cesare Beccaria.

Con l’arrivo dell’autunno, semplicemente tutto si ferma e, da allora, nessuno più sentirà parlare della Bestia di Cusago se non attraverso i ricordi di chi ha vissuto la tragedia, che passano di padre in figlio, immutati per duecento anni. Ci fu veramente una Bestia? Analizzando bene i corpi delle vittime, attraverso quegli stessi documenti che possono essere consultati in rete e negli archivi milanesi grazie alla pignoleria dell’amministrazione asburgica, qualcosa non torna.

Foto dal Web

Alcune ferite sono sicuramente causate da zanne o artigli di animale, ma altre sono troppo nette per non ricordare l’azione di una lama forgiata. Le autopsie in passato non erano certo quelle di CSI e nessuno riuscì a stabilire se alcune ferite fossero post-mortem, in modo da scagionare i lupi. In effetti, posso concedere che i lupi affamati abbiano in passato attaccato umani, specie i bambini, che venivano usati per badare agli animali al pascolo, un lavoro utile e non faticoso, che li portava a restare spesso ai confini tra le zone coltivate e la foresta selvaggia.

Ma non posso non notare che, in estate, con l’abbondanza di prede, nessun lupo resta vicino ai centri abitati. Sono animali schivi e timidi, sanno che attaccare l’uomo è pericoloso. E allora, chi fu davvero la Bestia di Cusago? Un lupo? Un Licantropo? Una belva mitologica? Un semplice uomo? Nel romanzo (di cui potete leggere un estratto qui), gli elementi vengono correlati e si offre una spiegazione nuova e una diversa chiave di lettura degli indizi.

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