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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Caratterizzazione dei personaggi 1 – la menzogna

da | Mag 5, 2023

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Perché si mente? Gli psicologi individuano fino a 30 motivi per cui le persone mentono e, come ogni bravo autore, dobbiamo anche essere un po’ psicologi dei nostri personaggi, capire perché fanno quello che fanno o dicono quello che dicono. Nell’articolo precedente visionabile qui, abbiamo parlato di come costruire una scheda personaggio in modo da avere una carta di identità pronta da consultare quando rischiamo di prendere una deriva troppo pericolosa con le nostre creature di carta.

Il trucco è infatti mantenere sempre costante la caratterizzazione del singolo personaggio, in modo che sia credibile e coerente nell’impalcato della storia. Quando decidiamo di inserire un personaggio che mente o anche solo una situazione di menzogna, senza per forza avere un personaggio bugiardo patologico, di difficile interpretazione, nel lungo arco narrativo di un romanzo, possiamo quindi chiederci: perché il mio personaggio qui ha mentito? Cosa l’ha mosso?

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Tecnicamente, la menzogna è l’alterazione o falsificazione verbale della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione. Come dicevo, si possono trovare fino a trenta motivi per mentire, ma alla fine, tutto si riconduce a tre grandi temi: la propria difesa, una aggressione e un’alterata percezione di sé e del mondo esterno. Vediamo le tre opzioni e le loro sotto categorie.

  1. DIFESA: PROTEZIONE: per proteggere sé stessi o gli altri; DELUSIONE: per evitare di deludere qualcuno; EVITAMENTO/COPERTURA: per salvarsi dalle conseguenze omettendo fatti o indossando una maschera; STUPORE: meccanismo di difesa che crea uno stupore nei confronti di chi mente; MINIMIZZAZIONE/MASSIMIZZAZIONE: per ridurre o ingigantire un evento a nostro favore; NEGAZIONE/SOPPRESSIONE/OCCULTAMENTO: a differenza di evitamento e copertura, presuppongono che chi mente non accetti una realtà e menta inconsciamente.
  2. AGGRESSIONE: VENDETTA: deliberato atto per cagionare danno; INTIMIDAZIONE/DANNO: per ottenere qualcosa in maniera verbalmente aggressiva, con ricatti; MANIPOLAZIONE/ADULAZIONE: per ottenere qualcosa da altri; CONTROLLO: per mantenere altri sotto il proprio controllo; BRAMOSIA: ricerca di ciò che altri hanno, negando l’invidia.
  3. ALTERATA PERCEZIONE DEL SE’: RICERCA DI ATTENZIONI/SIMPATIA: per ottenere visibilità, soccorso, compassione, amicizia; SUPERIORITA’/ELEVAZIONE: per mantenersi all’altezza del proprio ego e della percezione che si vuole dare agli altri di sé; CURIOSITA’/NOIA: per vedere l’effetto che fa, atteggiamento tipicamente infantile; PROCRASTINAZIONE/PIGRIZIA: per ritardare il momento di fare qualcosa di sgradito; DESIDERIO: per convincersi che la menzogna sia vera; ABITUDINE: per mantenere la menzogna e la sicurezza che offre a chi mente; INDIFFERENZA: se non interessa una questione, si mente senza considerare questo un problema; PERCEZIONE: è una menzogna originata da una innocente alterazione della percezione di un evento.
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Due aneddoti su verità e menzogna ci vengono dall’antico Egitto, dal papiro Chester Beatty II e dalla saggezza popolare.

Nel papiro si narra la storia della rivalità tra due fratelli: Menzogna, ossia il fratello minore e Verità, che è il fratello maggiore.
Menzogna accusa Verità di un furto clamoroso, ossia di aver asportato un attrezzo dalla caratteristiche incredibili. La pratica giudiziaria viene svolta presso il tribunale dei Nove Dei (Enneade), che decide per la colpevolezza di Verità, che deve scontare una terribile pena, quale l’accecamento e l’isolamento nel deserto. Nel deserto Verità viene notato da una dama che si innamora di lui, rimane incinta e partorisce il figlio di Verità, che sin da piccolo mostra grandi doti e talenti. L’unico cruccio è la mancanza del padre, per la quale viene deriso e offeso dai suoi coetanei. Una volta conosciuta la verità sullo stato di salute e sulla ingiustizia subita dal padre, medita una vendetta, per consumare la quale usa uno stratagemma analogo a quello di Menzogna, riuscendo nell’impresa di accusare Menzogna di un furto incredibile. Alla fine, il tribunale riesce a ristabilire la verità, a riequilibrare una corretta interpretazione dei fatti, condannando Menzogna. Per chi conosce i Misteri osiriaci, è chiaro il riferimento al fratello che uccide il fratello e il figlio che vendica il padre, proprio come nel mito di Osiride, Horus e Seth.

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La seconda curiosità invece ci viene dal XIX secolo, epoca cui risale questa seconda storia:

Menzogna riuscì a manipolare Verità dicendo che il cielo era bello quando effettivamente lo era, così quando disse a Verità che l’acqua del pozzo era fantastica, Verità si convinse a spogliarsi e a farsi il bagno con Menzogna. Menzogna uscì lesta dall’acqua, indossò i vestiti della Verità e fuggì via. La Verità, furiosa perché le furono sottratti gli abiti, uscì dal pozzo e corse dappertutto per trovare la Menzogna e riprendersi i vestiti. Il mondo, vedendo la Verità nuda, distolse lo sguardo, con disprezzo e rabbia. La povera Verità ritornò quindi al pozzo e scomparve per sempre, nascondendo in esso la sua vergogna. Da allora, la Menzogna vaga in tutto il mondo, vestita come la Verità, soddisfacendo i bisogni della società, perché il Mondo, in ogni caso, non nutre alcun desiderio di incontrare la Verità nuda.

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