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“Loro temono ciò che non conoscono e distruggono ciò che temono.”

Esercizi di scrittura

da | Apr 29, 2022

Foto dal Web

In un precedente articolo abbiamo parlato di come descrivere un ambiente per sottolineare tutto il necessario e dare una corretta visione di insieme della scena, senza appesantire il ritmo. Oggi proviamo a visualizzare vari focus e lo faremo con l’aiuto di alcune immagini prese dal Web che uso nelle mie Quest di Play by Chat (per sapere cos’è vedi questo articolo).

Iniziamo con la foto della copertina dell’articolo, che contiene tutti gli elementi per fare i giusti esempi. Se siete aspiranti scrittori, vi consiglio di provare a buttare giù una ventina di righe per ogni opzione, giusto per fare esercizio, che è poi l’obiettivo dell’articolo. Come organizzare allora la descrizione?

Il ritmo narrativo sarà diverso a seconda di dove faccio iniziare la mia descrizione e questo è tanto più importante se stiamo costruendo un incipit.

Foto dal Web modificata

Scelta Verde: manzoniana. Le descrizioni più semplici da fare sono quelle che inquadrano prima l’ambiente e poi focalizzano sul personaggio. Sono quelle di tipo manzoniano di cui abbiamo un mirabile esempio nell’incipit dei Promessi Sposi, tanto per fare un esempio che tutti conoscono. E’ una descrizione “a volo di uccello”, che cala dall’alto, sia nel senso della focalizzazione, sia per il fatto che in questi casi il punto di vista è quello del narratore onnisciente (per dettagli vedi questo articolo). In questo caso, inizio dalle nubi, dal tempo atmosferico, dalle montagne e dalle colline, ponendo l’accento sulla tipologia particolare di vegetazione (scarsi alberi a fusto con ridotte chiome alte, erba primaverile, pochi fusti di media altezza) e un paesaggio che, se fossimo nelle nostre alpi, sarebbe in altura oltre i 2 mila metri. Solo successivamente, vira e cabra per arrivare ai protagonisti veri (i cavalieri che sopraggiungono). Il vantaggio di questa scelta è dare subito una fotografia che si impone alla memoria e cala i personaggi in un ambiente che non è poi necessario descrivere ulteriormente, poiché nel momento in cui “usciranno”, saranno sempre qui. Lo svantaggio, è che nella moderna letteratura, specie quella che deve fare i conti con le vendite, viene visto come un incipit debole e noioso.

Scelta azzurra: il dettaglio inutile. Nulla togliendo al povero leprotto, è obiettivamente un dettaglio inutile, se non come raccordo tra la sua focalizzazione e il passaggio, ad esempio, al passo degli zoccoli dei cavalli che sopraggiungono. Che sia un coniglio o qualsiasi altra cosa, il dettaglio non fondamentale nella storia (poiché il coniglio non è un protagonista) introduce una descrizione divergente, che dal coniglio di apre in maniera eccentrica all’ambiente, percorrendo indietro il percorso fino a giungere ai cavalieri stessi. Il vantaggio di questa opzione è introdurre da subito un elemento focalizzato, in modo da non far “venire le vertigini” a chi legge, ma passando in breve sui protagonisti. Lo svantaggio è che per forza la descrizione dell’ambiente generale, quello che sta “più in alto” del coniglio o dei cavalieri, deve avvenire in un secondo momento.

Scelta grigia: l’incontro casuale. E’ una scelta che prevede di iniziare, un po’ come il coniglio, da un punto diverso, ma andare indietro velocemente a incontrarsi e scontrarsi con i protagonisti. In questo caso non pongo l’accento su un dettaglio, ma solo sull’ambiente che il mio occhio trova nell’andare a ricercare proprio i protagonisti. E’ come se il mio drone, il mio volatile, zigzagasse ad altezza uomo sulla strada, scendendo dalla collina, per andare a portarsi nel cuore dell’azione. Il vantaggio è sicuramente quello di dare una rapida visione di insieme dell’ambiente, descrivendolo con poche pennellate ad hoc, in modo che il lettore possa immaginare un ambiente terrestre similare (in questo caso un ambiente alpino di una certa altitudine) e non serva che io mi perda nella definizione delle varie specie vegetali. Lo svantaggio è che potrei ottenerne delle “foto” dai contorni sfocati e che la mia visualizzazione di lettore, non vada molto oltre la figura dei protagonisti, come se fossero immersi nel verde dei teli per il ritocco cinematografico che aggiunge solo in post produzione l’ambiente esterno.

Scelta viola: stare accanto ai protagonisti. Il punto di focalizzazione in questo caso è il fiume e la mia descrizione segue quello che il fiume vede e bagna, da dove inizia e dove va, fermandomi accanto ai protagonisti. E’ un punto di vista basso, rasoterra un po’ come il coniglio, ma permette di percorrere meglio l’ambiente e comunque di dare l’impressione di avvicinarsi ai protagonisti. Da notare che, in entrambi i casi, a seconda della scelta linguistica, questo avvicinamento può essere già introdotto come elemento di contrasto (un pericolo che si avvicina) o un elemento complementare neutro o positivo. Il vantaggio è quello simile al grigio, ma con la variante che, muovendosi accanto ai protagonisti, ci permette di iniziare più dolcemente a focalizzarli, in modo da introdurre dettagli importanti che poi non romperanno i primi dialoghi. Lo svantaggio è che potrebbe parimenti apparire un po’ lento e che, a differenza della scelta grigia, di solito non crea tensione come qualcosa che “viene incontro”, ma lascia un ambiente più rilassato.

Scelta rossa: i protagonisti. Iniziare “in media res” è qualcosa che piace molto ai lettori viscerali, che vogliono subito vedere i protagonisti nel loro insieme, vederli muovere e scoprire solo dopo chi sono, da dove vengono e dove vanno. In questo approccio, posso iniziare considerando la figura dei cavalieri come una nuova istantanea e iniziare da diversi punti di vista (lo vedremo oltre con la prossima foto), oppure posso iniziare a farli subito parlare, infilando piccole descrizioni tra le loro parole, a patto di non perderci troppo tempo, altrimenti verrà persa la linearità del dialogo. Come costruire bene il dialogo sarà materia di un prossimo articolo. Il vantaggio è quello di offrire subito un assaggio del romanzo e del suo ritmo, dei personaggi (che possono anche non essere i protagonisti veri, ma comparse destinate a sparire subito), e dei dialoghi, accendendo immediato interesse per quella fase di destabilizzazione che di solito, nell’arco narrativo, giunge più avanti. Lo svantaggio è che fino a conclusione del paragrafo, del dialogo o comunque della scena, non potrò dedicarmi più di tanto all’ambiente e quindi se il paesaggio ha delle caratteristiche importanti (un vulcano in eruzione, segni di una guerra e di massacri, un mondo post apocalittico), non rientrerebbero in questa fase e potrei perdere parte di quelle emozioni legate all’ambiente.

Foto dal Web

Veniamo ora al personaggio: anche in questo caso ho 5 possibilità di approccio alla sua descrizione e la scelta dipende da cosa voglio porre in accento. Alla fine, non è poi male descrivere tutto del protagonista, magari pezzo a pezzo, però da dove iniziare? Vediamo gli esempi.

Foto dal Web modificata

Scelta rossa: il viso. Iniziare da qui ci serve per le espressioni, i sentimenti, tutte quelle caratteristiche che potrebbero bastare a darcene un’idea di carattere e trascorsi (Ha cicatrici? E’ curato? E’ sciatto? E’ giovane? E’ vecchio?), ma anche della situazione in cui si trova al momento: sta soffrendo, sta godendo, è pensieroso, è morto, è felice.

Scelta verde: il dettaglio. consiglio di iniziare da qui se il dettaglio ha una certa importanza nella narrazione, ad esempio se quel pendente fosse identificativo di un gruppo particolare di pirati, o l’eredità di famiglia o il tesoro rubato su cui incentreremo la narrazione.

Scelta azzurra: dall’ambiente al personaggio. Non si tratta di ritornare indietro all’ambiente generale, ma iniziare da come l’ambiente ha effetto sul personaggio, ovvero il vento nei capelli, la neve sul cappello, gli schizzi di acqua sul volto, il sole che fa stringere gli occhi.

Scelta viola: in linea verticale. Sia dall’alto al basso che dal basso all’alto. La scelta nel primo caso è se si vuole dare una sommaria visione di insieme per poi arrivare a “cosa fa”, ovvero il movimento del corpo, la seconda è per risalire a focalizzare il volto e quindi “chi è, cosa pensa”.

Scelta grigia: l’abbigliamento. Più ampio nella descrizione rispetto al “dettaglio”, procede per strati, dal visibile esterno all’interno (biancheria intima e pelle). Personalmente però preferisco restare solo sul “visibile”, riservando le altre descrizioni a momenti in cui magari si spoglierà o metterà in evidenza il tatuaggio, la cicatrice o il nevo.

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